ROMA – Cibi a rischio infarto? Non esistono. I cardiologi italiani dell’Anmco, l’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, smentiscono i pregiudizi intorno ai grassi e agli zuccheri. Al convegno internazionale “Food Science and Food Ingredients” che si è tenuto a fine marzo a Palazzo Strozzi, Firenze, curato dall’associazione di cardiologi, Chiara Daina del Fatto Quotidiano ha raccolto le loro opinioni. Nette su un punto: “L’ossessione per grassi e zuccheri è una moda dannosa. Solo un deficit calorico ci protegge, non l’esclusione dalla dieta di alcune sostanze”.
“Non esistono evidenze scientifiche certe per stabilire che questi alimenti provocano il rischio di infarto e obesità. L’alimentazione è un settore della ricerca ancora molto trascurato. C’è scarso interesse da parte degli sponsor. I governi dovrebbero occuparsi di più della salute dei cittadini investendo risorse per la ricerca”,
ha spiegato al Fatto Quotidiano Michele Gulizia, presidente Anmco e primario di cardiologia all’Ospedale Garibaldi-Nesima di Catania.
Gli studi più recenti smentiscono il legame tra zuccheri, grassi e problemi cardiaci. Uno studio dell’Università di Cambridge, pubblicato il 18 marzo 2014, ha passato in rassegna 80 ricerche su più di mezzo milione di persone e ha concluso che non ci sono abbastanza prove per affermare che un basso consumo di grassi saturi prevenga la comparsa di cardiopatie.
Del resto la forte campagna antigrassi che attraversa gli Stati Uniti da decenni non ha fatto diminuire obesi e malati di cuore. Gulizia avverte:
“La carbofobia, l’eliminazione di pane, pasta e dolci, è una moda dannosa. I carboidrati rilasciano zuccheri immediati nel sangue, anche i grassi fanno bene in piccola quantità, liberando energia quando l’organismo ne ha bisogno, le proteine invece servono per i ricambi cellulari. Frutta, verdura e cereali vanno sempre favoriti. In quantità giusta tutto fa bene. Un errore frequente è mangiare alimenti grassi solo nel fine settimana. Un consumo concentrato provoca un accumulo di lipidi nelle arterie che non viene smaltito. Al contrario, un limitato consumo giornaliero, con un minimo di attività fisica, permette all’organismo di bruciarli”.
Come sottolinea Carlo La Vecchia, professore di Epidemiologia all’Università di Milano,
“l’unico modo per prevenire il colesterolo alto è mangiare di meno. Solo un deficit calorico ci protegge, non l’esclusione dalla dieta di alcune sostanze. L’alcol è salutare in dosi moderate, fino a due/tre bicchieri al giorno, oltre ci espone all’infarto”.
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