Infarto, pericolo trigliceridi: limitare a grassi, dolci, alcol
25 Marzo 2016 - di Mari
VERONA – I trigliceridi aumentano il rischio di infarto. Sarebbero proprio questi grassi, contenuti soprattutto in carboidrati raffinati, dolci e alcolici, a determinare, nelle persone con particolari mutazioni genetiche, la formazione delle placche che si accumulano nelle arterie, bloccando il flusso del sangue e causando l’attacco cardiaco. A dirlo è uno studio dell’Università di Verona e del Mit, il Massachusetts Institute of Techonolgy di Boston, pubblicato sul “New England Journal of Medicine”.
Attraverso l’analisi della sequenza degli esomi, porzioni del genoma che contengono le informazioni sulle proteine, dei pazienti in cura nel centro di ricerca scaligero, gli scienziati hanno identificato tre nuovi geni associati al rischio di sviluppare l’infarto: Angptl4, Lpl e Svep1.
In particolare, i primi due geni individuati dai ricercatori regolano il metabolismo dei grassi che circolano nel sangue e possono accumularsi nelle arterie coronarie formando placche che sono alla base dello sviluppo dell‘infarto.
A causarle, in questo caso, non è il colesterolo, ma i trigliceridi, il cui ruolo dannoso è rimasto a lungo incerto e controverso.
Come hanno sottolineato gli autori dello studio,
“La concentrazione dei trigliceridi che circola nelle nostre arterie dipende, innanzitutto dallo stile di vita e dalla dieta. Una vita sedentaria e una dieta con troppi grassi, dolci e alcol determinano un aumento pericoloso dei trigliceridi. Ora, grazie a questo studio, sappiamo che alcuni soggetti con mutazioni del gene Lpl o con alterazioni a carico di proteine che ne controllano il metabolismo, tra cui Angptl4, sono particolarmente esposti al rischio di sviluppare un infarto. Allo stesso tempo abbiamo individuato, nei medesimi geni, alcune varianti protettive che diminuiscono il rischio di complicanze cardiovascolari”.