Infarto, rischi d’estate: ipertensione ma anche disidratazione
19 Luglio 2016 - di Mari
ROMA – Infarto, rischi d’estate: ipertensione ma anche disidratazione. Non solo ipertensione: anche la pressione troppo bassa e la scarsa idratazione possono far male al cuore e addirittura far venire l’infarto. A sottolinearlo è Antonio Rebuzzi, responsabile Unità Coronarica (Utic) del Policlinico Gemelli, che mette in guardia anche nei confronti di “sport troppo intensivi”, così come, “alle gite in montagna per chi soffre di ipertensione”.
Per quanto riguarda l‘infarto, ci sono sostanzialmente due tipi di rischi in estate: uno è che il caldo abbassa la pressione. Quindi chi assume farmaci antipertensivi deve ridurre, sotto consiglio medico, i calcioantagonisti, altrimenti rischia malori causati da un minor afflusso di sangue al cervello. Il secondo riguarda la disidratazione: sudando, infatti, si perdono sali minerali e questo può causare uno squilibrio elettrolitico che porta ad aritmie cardiache, anche gravi, che possono causare un arresto cardiaco e morte improvvisa.
Attenzione inoltre, per gli ipertesi, alle gite in alta montagna. “Oltre i mille metri la pressione corporea può salire. E questi rialzi pressori aumentano il lavoro del cuore che quindi necessità di ossigeno. Meglio, se si è a rischio, portarsi un apparecchio per la pressione e farmaci di emergenza”.
Quanto all’attività fisica, via libera a passeggiate di mattina o di sera, in montagna come al mare, così come sport aerobici come nuoto o bicicletta. Ma “sempre con il senso della misura”. I più a rischio sono “i sessantenni che si sentono Superman: nel corso dell’anno non fanno attività fisica e poi d’estate si cimentano senza preparazione in tornei di tennis o di calcetto, arrampicate, tuffi. In quel caso – conclude – possono non sapere di avere danni coronarici silenti che poi si manifestano nel momento in cui il cuore è sotto sforzo”.