Insonnia può esporre a maggiori rischi di infezione da Covid-19
24 Marzo 2021 - di Silvia_Di_Pasquale
L’insonnia può esporre a maggiori rischi di infezione da Covid-19.
E’ quanto evidenziato da uno studio pubblicato sulla rivista BMJ Nutrition Prevention & Health.
I ricercatori hanno esaminato i risultati di un sondaggio su operatori sanitari ripetutamente esposti a pazienti infetti da coronavirus.
Anche coloro che sperimentano una sindrome da burnout sono risultati avere il doppio delle probabilità di ammalarsi a causa del virus.
Il sondaggio, svoltosi dal 17 luglio al 25 settembre, è stato condotto da operatori sanitari in Francia, Germania, Italia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.
I ricercatori hanno scoperto che circa il 24% di chi si è ammalato di Covid-19 aveva dichiarato di avere difficoltà a dormire la notte.
Gli operatori sanitari che avevano contattato il coronavirus avevano quasi il doppio delle probabilità di segnalare tre o più problemi di sonno o di essere ricorsi a sonniferi.
Per ogni ora in più di sonno notturno è stato invece segnalato un 12% in meno di probabilità di contrarre l’infezione.
Insonnia, burnout: perché potrebbero favorire l’infezione.
Gli autori ritengono che entrambe le condizioni indeboliscano il sistema immunitario e questo può aumentare le probabilità di ammalarsi.
Italiani insonni e depressi con la pandemia.
Un italiano su due non si dice soddisfatto del proprio sonno e si sveglia almeno una volta a notte.
Il 70% dei nostri connazionali ha sviluppato almeno un nuovo disturbo dall’inizio della pandemia.
Sono le donne in particolare ad avere avuto maggiore impatto sulla capacità di dormire bene durante la pandemia, il 50%, secondo quanto emerge dal World Sleep Study 2021.
Il lockdown ha modificato il ritmo del sonno in modo significativo al 53% degli italiani.
Lo conferma un sondaggio condotto su 885 adulti (un’indagine svolta da Dorelan Research).
Nei primi cinque mesi del 2020 sul motore di ricerca Google sono state eseguite 2,77 milioni di ricerche sull’insonnia.
Parliamo di un 58% in più rispetto all’anno precedente.