Insonnia? Stress? Attenti alla salute mentale
18 Luglio 2016 - di Mari
MILANO – Stress? Insonnia? Attenzione alla salute. Anche a quella mentale. A sottolineare le implicazioni per il cervello di scarso sonno e ansie è il professor Alberto Albanese, responsabile di Neurologia dell’ospedale Humanitas, che ne ha parlato a Cuore e denari, il programma di Radio 24 dedicato al benessere.
Albanese ha sottolineato che lo stress limita il multitasking, quella che lui definisce la capacità del nostro cervello di dominare la complessità.
“È importante saper gestire lo stress per “lasciar andare” i pensieri e concentrarsi in maniera più spontanea. Dall’altro lato la deprivazione di sonno che, se diventa cronica, può pregiudicare le nostre performance cognitive: causa cali di attenzione, deficit decisionali, ci fa fare errori e mina la nostra memoria a breve e lungo termine. In altre parole: facilita il decadimento cognitivo”.
Ma per l‘insonnia i farmaci non sempre sono la cura più efficace:
“Se l’assunzione di farmaci avviene in modo scorretto, senza supervisione medica o trascinata nel tempo anche quando se ne potrebbe fare a meno, la salute cognitiva può risentirne. Medicinali ipnoinducenti o sedanti, ma anche gli antidepressivi, possono ridurre nel tempo la ricchezza cognitiva: agiscono sulla velocità del pensiero e sulla capacità di gestire domini multipli, riducono la ricchezza e la complessità cognitiva”.
Ma come si può aiutare il cervello ad invecchiare bene?
“Studi dimostrano come la complessità cognitiva sia il fattore necessario per influenzare l’invecchiamento. Viaggiare, fare la maglia, risolvere cruciverba, imparare a suonare uno strumento musicale: sono tutti compiti complessi che impegnano il cervello e riducono il rischio di demenza”.