Laura Kessem e la sindrome da persona rigida: “Ora sono una statua”
6 Febbraio 2014 - di Mari
WASHINGTON – Laura Kassem è una giovane americana di 33 anni. Fino a pochi mesi fa stava benissimo, racconta la Cnn. Un giorno ha iniziato a sentire il proprio corpo rigido, i muscoli tesi. E’ andata al pronto soccorso, dove i medici non sono riusciti a diagnosticarle nulla, e l’hanno rimandata a casa consigliandole soltanto di bere più acqua. Ma i dolori e la rigidità non passavano.
Tornata a casa, a Sylvania, Ohio, ha preso appuntamento con un ortopedico, che però l’ha mandata da un neurochirurgo, che a sua volta l’ha spedita da un neurologo specializzato in disordini neuromuscolari (ecco il risultato della ipersettorialità dei medici!). Ma nulla.
Una sera, mentre stava guardando un programma in televisione insieme alla sorella, Laura ha sentito una donna che descriveva i suoi stessi sintomi. E ha capito: aveva la sindrome da persona rigida, o sindrome di stiff-man, una rara neuropatia progressiva che colpisce soprattutto le donne ed è caratterizzata da rigidità del torace e degli arti, tanto da portare chi ne è colpito a camminare in modo anomalo, come fosse un soldatino di legno.
I medici, poi, hanno confermato la diagnosi. Hanno prescritto a Laura delle benzodiazepine che le hanno permesso di lavorare in autonomia, senza bisogno di aiuto.
Ma quello che è successo a Laura capita a molti altri. Soprattutto dopo i 30 anni, con spasmi muscolari e rigidità toracica. E al momento non esiste ancora una cura.
(Nella foto, Laura Kassem)