L’insulino-resistenza raddoppia il rischio di disturbo depressivo
29 Settembre 2021 - di Silvia_Di_Pasquale
Gli scienziati della Stanford Medicine hanno collegato l’insulino-resistenza a un aumento del rischio di sviluppare un disturbo depressivo maggiore.
Chi ne soffre ha il doppio di rischio rispetto a chi non è insulino-resistente, anche se non si è sperimentata la depressione prima.
Le persone con sindrome metabolica rischiano più di altre di sviluppare malattie del metabolismo, come il diabete di tipo 2 e di incorrere in patologie cardiovascolari come infarto o ictus.
Sono già state stabilite associazioni tra insulino-resistenza e diversi disturbi mentali. Ad esempio, è stato dimostrato che circa il 40% dei pazienti affetti da disturbi dell’umore è insulino-resistente.
Il team di Stanford ha analizzato i dati di 601 uomini e donne che sono serviti come soggetti di controllo per uno studio olandese.
Come si è svolto lo studio.
Al momento dell’inizio della ricerca, i pazienti non erano mai stati turbati da depressione o ansia. La loro età media era di 41 anni.
Il team ha misurato tre indicatori della resistenza all’insulina: i livelli di glucosio nel sangue a digiuno, la circonferenza della vita e il rapporto tra i livelli di trigliceridi circolanti e quelli delle lipoproteine ad alta densità circolanti o HDL, noto come colesterolo “buono”.
Hanno analizzato i dati per vedere se i soggetti risultati insulino-resistenti avevano un rischio maggiore di nove anni di sviluppare un disturbo depressivo maggiore.
Insulino-resistenza e disturbo depressivo: c’è una connessione.
Con tutte e tre le misure, la risposta è stata sì: hanno scoperto che un moderato aumento della resistenza all’insulina, misurato dal rapporto trigliceridi-HDL, era collegato a un aumento dell’89% del tasso di nuovi casi di disturbo depressivo maggiore.
Allo stesso modo, ogni aumento di 5 centimetri di grasso addominale era correlato a un tasso di depressione maggiore dell’11% e un aumento della glicemia a digiuno di 18 milligrammi per decilitro di sangue era associato a un tasso di depressione maggiore del 37%. (Fonte: Medical X Press). Foto di Ulrike Mai da Pixabay.