BRESCIA – L‘inquinamento fa male al cuore. Lo dimostra il fatto che quando aumenta il livello di polveri sottili Pm10 nell’aria i ricoveri per patologie cardiache sono più numerosi.
Uno studio dell’Università di Brescia ha anche quantificato il danno: ogni 10 microgrammi in più di Pm10 il numero di ricoveri cresce del 3%. La ricerca si rivela emblematica perché dimostra come l’inquinamento dell’aria non si limiti ad avere effetti negativi a livello polmonare e respiratorio, ma anche a livello cardiaco e cardiovascolare.
In particolare lo smog favorisce gli eventi cardiovascolari acuti come le sindromi coronariche, l’insufficienza cardiaca, le aritmie ventricolari e la fibrillazione atriale parossistica.
I ricercatori dell’Università di Brescia suggeriscono che il limite di sicurezza di Pm10 di 50 microgrammi per metro cubo stabilito dall’Unione Europea dovrebbe essere abbassato per il suo effetto, finora poco considerato, sul sistema cardiovascolare.
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