Lupus, malattia autoimmune che preferisce le donne. Diagnosi e cure
12 Maggio 2015 - di Mari
ROMA – E’ una di quelle malattie che colpiscono soprattutto le donne: il rapporto è di nove a uno. E’ il lupus, patologia autoimmune dall’origine ancora poco chiara. Eppure questa malattia non va affatto trascurata: se manca una diagnosi precoce e un trattamento adeguato si può avere un deterioramento delle funzionalità degli organi e soprattutto dei reni che può portare a danni irreversibili, fino alla dialisi, sottolinea Fabio Di Todaro sulla Stampa.
Ma il lupus eritematoso sistemico, che colpisce soprattutto le donne prima dei 40 anni, può essere curato. L’importante è capire quando si presenta.
DIAGNOSI – Il lupus si presenta spesso con degli arrossamenti della pelle del volto, in particolare dalla radice del naso alle guance, disegnando un tipico aspetto a farfalla. Le zone di pelle più colpite sono quelle esposte al sole. Nella prima fase della malattia i pazienti spesso parlano al medico di arrossamenti della pelle del volto, delle braccia e delle scollature associate a dolori articolari, muscolari e a una sensazione di stanchezza anche dopo piccoli sforzi. Se però c’è una diagnosi precoce la sopravvivenza a cinque anni arriva al 95%. Quando la scoperta è tardiva, la colpa è spesso di un esordio più subdolo del lupus, che nelle fasi iniziali si può presentare con affanno, dolore toracico o addominale, perché ha già colpito i polmoni e il cuore prima della pelle.
CURE – La cura principale è a base di cortisone, ricorda Di Todaro sulla Stampa. Ma da poco più di un anno è disponibile un nuovo farmaco: si tratta del belimumab, un anticorpo monoclonale che agisce sul controllo dei linfociti implicati nella reazione autoimmune innescata dal lupus che provoca danno agli organi e ai tessuti del corpo.
A questo nuovo trattamento, ancora in fase di accertamenti, si sottopongono i pazienti che presentano bassi livelli degli anticorpi anti-Dna nativo, responsabili del danno all’acido nucleico che si riscontra nella maggior parte delle persone colpite dal lupus, sottolinea Di Todaro.