Mal di testa nelle donne over 60, c’è un legame col Parkinson
15 Ottobre 2014 - di Mari
ROMA – Emicrania e morbo di Parkinson, c’è un legame. Se ad una certa età si inizia a soffrire della forma di mal di testa “con aura”, ovvero con nausea, vomito o disturbi visivi, soprattutto se si è donna, è meglio procedere con controlli approfonditi. Uno studio congiunto delle Università americane di Bethesda, Pittsburg e Honolulu, insieme a quella islandese di Reykjavik e a quella inglese di Broomfield, ha evidenziato che le donne over 60 che soffrono di emicrania con aura hanno un rischio doppio di sviluppare il Parkinson in tarda età, intorno ai 77 anni.
Un altro rischio, spiega Cesare Peccarisi sul Corriere della Sera, è quello di sviluppare la RLS, acronimo di Restless Leg Syndrome, la cosiddetta sindrome delle gambe senza riposo, che aumenta, secondo lo studio, del 30% se si soffre di emicrania con aura e del 28% se si soffre di emicrania senz’aura. In tutti i casi un fattore di maggior rischio sarebbe costituito dalla cronicizzazione del dolore al capo.
Peccarisi, però, frena eccessivi timori:
“A rassicurare gli emicranici, e soprattutto le emicraniche italiane, ci pensa il professor Pietro Cortelli dell’Università di Bologna, grande esperto sia dell’una che dell’altra malattia, come membro sia della LIMPE (Lega italiana per la lotta contro la malattia di Parkinson) che dell’ANIRCEF (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle cefalee) (…). Ciò che fa innanzitutto notare il prof. Cortelli è come i dati presi in esame dagli studiosi islandesi e anglo-americani siano frutto di cartelle cliniche raccolte fra il 2002 e il 2006 per la comparsa di disturbi del movimento (Parkinson o sindrome delle gambe senza riposo) e non dalla diretta osservazione clinica dei pazienti, con tutti i limiti che una procedura deduttiva di questo tipo può comportare.
Spiega il professor Cortelli:
«Nonostante il considerevole campione di casi, lo studio appare carente perché la diagnosi di malattia di Parkinson è solo anamnestica e non abbiamo modo di sapere se la valutazione è davvero omogenea, né ad esempio quale livello di disfunzione neurotrasmettitoriale era presente in questi pazienti. Sappiamo invece che la crisi di emicrania è sempre legata a una disfunzione serotoninergica e dopaminergica bimodale (aumento e diminuzione). (…) Viene da chiedersi se la carenza di dopamina, notoriamente alla base della malattia di Parkinson, possa essere influenzata dagli alti e bassi recettoriali che le crisi emicraniche provocano negli anni. Non lo sappiamo e non può certo dircelo uno studio come questo, che non indaga l’aspetto di un eventuale logorio delle cellule dopaminergiche della substantia nigra sino a favorire la comparsa di Parkinson».