Salute

Menopausa, con terapia ormonale meno rischio di Alzheimer

La terapia ormonale sostitutiva può essere un’alleata nella riduzione del rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer nelle donne predisposte alla patologia, una delle più invalidanti in tarda età. E’ quanto emerge da uno studio della University of East Anglia, pubblicato sulla rivista Alzheimer s Research & Therapy.

La ricerca mostra che l’uso della terapia è associato a una migliore memoria, cognizione e maggiori volumi cerebrali in età avanzata tra le donne portatrici del gene APOE4, il gene fattore di rischio più forte per l’Alzheimer. Le donne con problemi di memoria precipitano nella demenza causata dal morbo di Alzheimer a velocita’ doppia rispetto agli uomini, come evidenziato da uno studio del 2015 della Duke University.

Meglio procedere con la terapia nella fase della perimenopausa.

Il gruppo di ricerca ha scoperto che la terapia era più efficace se introdotta all’inizio del percorso della menopausa e più precisamente durante la perimenopausa, fase di transizione verso la menopausa stessa. Il team di ricerca ha studiato i dati di 1.178 donne che hanno partecipato a un’iniziativa europea per la prevenzione della demenza di Alzheimer, istituita per studiare la salute cerebrale delle partecipanti nel tempo.

Il progetto ha attraversato 10 Paesi e ha monitorato a livello cerebrale coloro che vi hanno preso parte, da quando erano sani a quando invece per alcuni è arrivata la diagnosi di demenza. Il team di ricerca ha analizzato i risultati per approfondire l’impatto della terapia ormonale sostitutiva sulle donne portatrici del genotipo APOE4.
“Abbiamo scoperto-sottolinea la dottoressa Rasha Saleh, una delle autrici della ricerca – che l’uso della terapia ormonale sostitutiva è associato a una memoria migliore e a volumi cerebrali maggiori tra le portatrici del gene APOE4 a rischio.

Le associazioni erano particolarmente evidenti quando la terapia ormonale sostitutiva è stata introdotta precocemente, durante la perimenopausa”. Il prossimo passo per gli studiosi consisterà nell’effettuare uno studio di intervento per confermare l’impatto dell’inizio precoce della terapia ormonale sostitutiva sulla cognizione e sulla salute del cervello. FONTE ANSA.

Silvia_Di_Pasquale

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