Migliorare il sonno per prevenire il rischio di demenza
2 Novembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale
Un sonno di qualità è alla base di uno stile di vita sano. Dormire è fondamentale per la salute del cervello e del corpo. Anche solo una riduzione pari all’1% di riposo notturno all’anno nelle persone di età superiore ai 60 anni può tradursi in un aumento del rischio di demenza del 27%. Migliorare o mantenere quello profondo, noto anche come sonno a onde lente, potrebbe allontanare la demenza negli anziani. A queste conclusioni è giunta una ricerca condotta dal professore associato Matthew Pase della Monash School of Psychological Sciences e del Turner Institute for Brain and Mental Health di Melbourne e pubblicata su JAMA Neurology.
Lo studio ha esaminato 346 partecipanti, di età superiore ai 60 anni, iscritti al Framingham Heart Study. Anche a fronte degli aggiustamenti per età, sesso, gruppo, fattori genetici, abitudine al fumo, uso di farmaci per dormire, di antidepressivi e di ansiolitici, ogni diminuzione percentuale del sonno profondo ogni anno è stata associata a un aumento del 27% del rischio di demenza.
“Il sonno a onde lente, o sonno profondo, sostiene l’invecchiamento del cervello in molti modi, e sappiamo che il sonno aumenta l’eliminazione dei rifiuti metabolici dal cervello, facilitando anche l’eliminazione delle proteine che si aggregano nell’Alzheimer”, ha affermato il professor Pase. “Tuttavia, fino ad oggi non eravamo sicuri del ruolo del sonno a onde lente nello sviluppo della demenza. I nostri risultati suggeriscono che la perdita di sonno a onde lente può essere un fattore di rischio di demenza modificabile”, ha aggiunto.
Pase ha spiegato che il Framingham Heart Study è una coorte unica basata a sua volta su ripetuti studi polisonnografici notturni (PSG) sul sonno e sorveglianza ininterrotta per la demenza incidente. “Li abbiamo usati per esaminare come il sonno a onde lente cambi con l’invecchiamento e se i cambiamenti nella percentuale di sonno a onde lente fossero associati al rischio di demenza in età avanzata fino a 17 anni dopo”, ha detto.
“Abbiamo anche esaminato se il rischio genetico per la malattia di Alzheimer o i volumi cerebrali indicativi di neurodegenerazione precoce fossero associati a una riduzione del sonno a onde lente. Abbiamo scoperto che un fattore di rischio genetico per la malattia di Alzheimer, ma non il volume cerebrale, era associato a un calo accelerato del sonno a onde lente“. Fonte: Medical X Press.