Obesità, dimagrire grazie alla elettrostimolazione
12 Aprile 2017 - di Mari
Combattere la obesità e dimagrire grazie alla elettrostimolazione del cervello. La scoperta è frutto di uno studio condotto al Policlinico San Donato in collaborazione con l’Istituto Galeazzi, entrambi IRCCS milanesi, presentata in questi giorni al Meeting della Endocrine Society a Orlando, Negli Stati Uniti.
Lo studio dimostra per la prima volta, anche se su un limitato numero di persone obese, l’efficacia della stimolazione magnetica transcranica profonda nel modificare i batteri intestinali, il cosiddetto ‘microbiota’, favorendo il calo ponderale dei pazienti.
La stimolazione magnetica transcranica profonda è una tecnica non invasiva in cui il paziente indossa una sorta di casco leggero che applica una sollecitazione elettromagnetica a differenti regioni del cervello.
Nella ricerca, finanziata dal Ministero della Salute, sono stati coinvolti 14 soggetti obesi, dai 22 ai 65 anni, suddivisi casualmente in due diversi gruppi. Un gruppo è stato trattato con 15 sessioni di stimolazione cerebrale; l’altro con una stimolazione fittizia.
Dopo cinque settimane coloro cui era stata effettivamente erogata la terapia avevano perso più del 3% del peso e più del 4% del grasso corporeo in misura più elevata rispetto a gruppo di controllo.
Le analisi hanno inoltre mostrato nei soggetti trattati quantità aumentate di diverse specie di ‘batteri buoni’ con proprietà antinfiammatorie, che si trovano normalmente nel microbiota degli individui sani. E sono risultati migliorati diversi parametri ormonali e metabolici che hanno un ruolo chiave sia nella regolazione dello stimolo della fame, sia nella composizione del microbiota.
“Una delle cause dell’obesità – commenta Luzi – può essere riconosciuta in una composizione sbilanciata del microbiota intestinale che influisce sul cervello causando segnali alterati relativamente alle sensazioni di appetito. Con questo studio abbiamo confermato l’esistenza di un asse intestino-cervello e, partendo dalla stimolazione cerebrale, abbiamo cercato di sfruttarlo per fornire una terapia innovativa dell’obesità, sicura e soprattutto non invasiva”. Lo studio è preliminare e dovrà essere confermato in una popolazione più ampia.