La pandemia potrebbe aver favorito la pubertà precoce nelle bambine
11 Settembre 2023 - di Silvia_Di_Pasquale
La pandemia potrebbe aver favorito la pubertà precoce nelle bambine. Un nuovo studio suggerisce un aumento del fenomeno del 30% a causa dei cambiamenti degli stili di vita durante il lockdown. E’ quanto emerge da una ricerca dell’istituto Gaslini di Genova e pubblicato sul Journal of the Endocrine Society. L’isolamento forzato per arginare il virus ha sconvolto le abitudini di vita di milioni di persone, inclusi i minori. Questo potrebbe aver avuto un impatto sullo sviluppo dei più piccoli, non solo dal punto di vista psicologico, ma anche fisiologico.
Come è stato svolto lo studio
La ricerca ha preso in esame i dati di 133 ragazze sospettate di essere in pubertà precoce, da gennaio 2016 a giugno 2021. “L’analisi si è concentrata in particolare sui cambiamenti nello stile di vita durante i periodi di lockdown, rivelando un’estrema “impennata” proprio negli ultimi 2 anni tra le bambine” spiega Mohamad Maghnie, direttore della clinica pediatrica ed endocrinologia del Gaslini.
“Durante la pandemia di Covid-19 – sottolinea la pediatra del Gaslini Daniela Fava – il numero delle bambine che abbiamo valutato per sospetta pubertà precoce è aumentato di quasi l’80% rispetto ai 4 anni precedenti, e la percentuale di bambine a cui è stata diagnosticata la pubertà precoce rapidamente progressiva è stato del 30% più alto durante il periodo pandemico. A differenza di altri studi italiani, abbiamo analizzato i dati prendendo in considerazione il periodo tra marzo 2020 e giugno 2021 (lockdown totale e parziale) e una riduzione delle attività (chiusura scuole, interruzione attività fisiche, attività di routine) rispetto ai dati di coorte annuali dei 4 anni precedenti”.
Analizzando i possibili fattori scatenanti è stato riscontrato l’aumento di peso. “E non è l’unico. Abbiamo osservato anche un uso prolungato di dispositivi elettronici, che potrebbe aver influenzato i tempi di sviluppo puberale. Le bambine con diagnosi di pubertà precoce durante il periodo pandemico hanno mostrato una media di 2 ore giornaliere in più” spiega il professor Maghnie. Possono aver influito anche lo stress psicologico e le tensioni familiari.
Cosa potrebbe aver favorito la pubertà precoce
Il maggior tempo trascorso dai genitori con i figli nel lockdown può aver favorito il riconoscimento di segnali precoci di avvio puberale, ciò potrebbe aver contribuito al maggior numero di bambine visitate per sospetta pubertà precoce durante il periodo pandemico. Durante la pandemia le bambine a cui è stata diagnosticata la PP erano circa quattro mesi più giovani delle altre (7 anni e otto mesi, anziché 8). FONTE ANSA.