Paola Matera, medico, canta al pronto soccorso. E i pazienti…
8 Marzo 2016 - di Mari
BIELLA – La dottoressa canta al pronto soccorso. E i malati stanno meglio. La favola moderna accade a Biella, nell’Ospedale Degli infermi. La dottoressa dai poteri “taumatorugici” si chiama Paola Matera, e la sua storia, raccolta da Francesca Fossati de La Stampa, spiega come mai abbia deciso di unire al camice bianco la sua bella voce.
“Sedici anni fa era rimasta bloccata in un letto d’ospedale. «Soffrivo di una grave malattia debilitante – dice -, per tre mesi sono riuscita solo ad ascoltare musica». Poi, tra cure e sedute di fisioterapia, è stato il canto a ridarle la vita e la forza di tornare a gioire”.
Matera, di origini vercellesi ma da 25 anni a Biella, è cresciuta in una famiglia di musicisti. Dopo la laurea in Medicina ha passato 17 anni a bordo delle ambulanze del 118. Ed oggi esercita al Pronto soccorso.
«Sono un medico che ha scelto la voce come terapia costante per la propria vita – dice la dottoressa che adora le canzoni di De Andrè -. Le lezioni di canto che ho iniziato a frequentare dopo il difficile e cupo periodo di ricovero in ospedale hanno contribuito a rimettermi in piedi. La voce si educa grazie anche a un esercizio fisico mirato e il canto ha dettato le regole per conferire un assetto stabile alla mia postura e per dare intensità ai miei respiri».
Del resto la dottoressa Matera nel proprio curriculum può vantare anche un periodo da cantante, seppure amatoriale: per sette anni è stata solista in un gruppo rock-pop e due anni fa ha realizzato un musical. E adesso ha messo la propria voce al servizio dei pazienti, come racconta lei stessa:
«Per me curare non significa solo richiedere esami strumentali o di laboratorio, ma dedicare loro tempo, curare la loro anima rassicurandoli con un sorriso, perché la malattia più temibile è la paura di non farcela».
E che la musica serva davvero lo dimostra quanto raccontato da Fossati su La Stampa:
“L’altro pomeriggio nel reparto di post-acuzie e Geriatria i pazienti arrivavano poco per volta, anche dalla Fisioterapia, e prendevano posto intorno alla dottoressa che cantava accompagnata da un amico alla fisarmonica, Omar Gioia. Dopo alcune canzoni sono partite le prime richieste. I pazienti cantavano, battevano le mani e, all’intonazione di «Tanto pe’ cantà», Anna, un’anziana paziente, si è pure improvvisata al tamburello napoletano. Alla fine una signora le ha detto: «Adesso non ho più dolore al ginocchio». Obiettivo raggiunto”.