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Piumini d’oca per dormire, caldi ma…Attenzione alla respirazione

19 Novembre 2019 - di Silvia_Di_Pasquale

I piumini fatti con vere piume animali potrebbero non essere alleati della salute. Questo tipo di trapunte, seppur caldissime, potrebbero causare dei problemi respiratori in alcuni soggetti più sensibili. A mettere in guardia dal possibile problema “collaterale” delle coperte di piuma è un articolo del britannico Guardian, che spiega come si siano registrati dei casi di infiammazione polmonare causata dall’inalazione di polvere dalle piume, che può manifestarsi come inspiegabile mancanza di respiro.

Si parla di una forma di polmonite da ipersensibilità, che dipende ovviamente da una risposta immunitaria del singolo. I sintomi includono sudorazione notturna, tosse secca e respiro corto: un’esposizione ripetuta a queste polveri può causare danni irreversibili dei polmoni. Per questo un team di medici chiede che gli operatori sanitari siano pronti a diagnosticare tale disturbo, più comune in inverno, quando si ricorre a tali tipi di coperte.

“Agli operatori sanitari viene generalmente insegnato a chiedere ai pazienti con sintomi respiratori se hanno animali domestici a casa, come gli uccelli, ma secondo l’esperienza degli autori, la comprensione di quanto accaduto di solito non si estende alla domanda sull’esposizione alle piume in piumoni e cuscini”, scrivono . “Questa è un’omissione importante poiché l’uso di piume vere per la biancheria del letto, piuttosto che quelle sintetiche, è comune”.

Altre forme di polmonite da ipersensibilità includono “polmone dell’agricoltore”, “polmonite da cornamusa”, “polmonite di chi maneggia le mummie”. Tutte che riflettono la vasta gamma di attività che sono state collegate alla respirazione di sostanze che possono causare gravi infiammazioni polmonari.

“Esistono varie centinaia di diversi tipi di polmonite da ipersensibilità”, ha affermato Owen Dempsey, consulente medico toracico dell’Aberdeen Royal Infirmary e coautore del rapporto. “Per i professionisti medici è davvero importante essere ‘ficcanaso’, fare domande meticolose e chiedere alle persone informazioni sulle esposizioni perché ci sono molte cose che le persone fanno che non valutiamo sempre quando siamo seduti in una clinica o in un intervento chirurgico”.