La pizza ci rende felici: come mangiarla anche se si è a dieta
18 Marzo 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – È la pizza il piatto in assoluto che è in grado di renderci più felici: la preferenza per il lievitato è di quasi un italiano su due (42%). Ad amare in particolare la pizza sono le donne (47%), i millennials (25-34 anni) con il 60% delle preferenze e gli abitanti del Sud e delle Isole (51%). A rilevare il dato di mercato, in occasione della Giornata Internazionale della Felicità in programma il 20 marzo, è un’indagine Doxa\Deliveroo. L’analisi, condotta su un campione rappresentativo della popolazione di età superiore ai 15 anni, ha avuto come tema il rapporto tra quanto mangiamo e la felicità mettendo in evidenza piatti e momenti che hanno a che fare con il cibo che ci rende più felici.
Nella classifica al secondo posto la pasta (33%) che precede di poco le grigliate di carne e di pesce, entrambe appaiate in terza posizione con il 30% delle preferenze. Quarto posto per il gelato con il 21% dei consensi davanti ai formaggi (10%) e ai salumi (9%). Solo il 7% delle preferenze per il panino che si posiziona a pari merito con il sushi. La preferenza per la pizza è confermata anche nel settore surgelato. Con un consumo pro capite- riferito dall’Istituto Italiano Alimenti Surgelati – è superiore a 1,5 kg nel 2017 con consumi complessivi che hanno toccato quota 91.500 tonnellate ( +2,1%). La pizza è mangiata da più di 6 famiglie su 10 (63%) e la preferita è la “Margherita” tra più di 45 tipologie presenti in commercio.I consumi di pizze surgelate rappresentano oggi il 20% circa del mercato complessivo.
A questo punto sorge naturale una domanda: è possibile mangiare la pizza anche quando si è a dieta? Gli esperti sono concordi nell’affermare che sì, la pizza può essere mangiata, anche accoppiata alla birra, a patto ovviamente di fare attenzione alle quantità e porre attenzione ad alcuni particolari, per esempio la qualità della birra e la buona digeribilità dell’impasto.
Innanzitutto, una buona pizza dev’essere lievitata per almeno 24 ore, l’impasto deve essere elastico e realizzato con una farina ad alto contenuto proteico. Quando il piatto arriva sulla nostra tavola, la pizza non deve essere cruda, come spesso capita quando ci si accorge che la sua crosta è tutt’altro che cotta. Come spiega a VanityFair.it Nicola Sorrentino, medico specialista in scienza dell’alimentazione:
“L’idea che una pizza accompagnata da una birra fresca sia un pasto ipercalorico va sfatata. La birra è una bevanda naturale priva di grassi e povera di sodio e con basso tenore alcolico. Lo stesso vale per la pizza: la Marinara, la Margherita o la Napoletana apportano in genere tra le 400 e le 800 calorie. Meno di un piatto di tagliatelle al ragù o di un’insalata tipo niçoise con un panino. Anzi, una Marinara con le acciughe non supera le 500 kcal ed è un piatto sano e completo da un punto di vista nutrizionale”.
Stante il fatto che pizza e birra possono andare a braccetto, ci si può sbizzarrire sugli accostamenti.
“Tra gli abbinamenti più classici c’è la pizza Margherita con una Pils ben luppolata” spiega sempre a Vanity Marco Bolasco, gastronomo esperto di birra.
“Non dimentichiamo l’incontro tra la speziatura intensa di una Weizen e la Marinara, una delle nostre pizze più antiche, da riscoprire. Mentre la Quattro Formaggi, nata al Nord ma amata anche al Sud, è perfetta se accompagnata da una Ale”.