Pregare fa bene. Soprattutto se si hanno dipendenze
6 Maggio 2016 - di Mari
NEW YORK – Pregare fa bene. E non ci stiamo improvvisamente occupando della vostra anima: parliamo ancora di salute banalmente corporea. Ma anche, proprio in questo caso pregare, così come meditare, aiuta. Per la prima volta, infatti, ci sono prove scientifiche che può ridurre il desiderio di alcolici nelle persone con problemi di alcolismo. E quindi, si può dedurre, è in grado di placare anche altre voglie, compresa quella di mangiare oltre misura o di buttarsi sui cibi spazzatura.
In particolare i ricercatori dello NYT Langone Medical Center hanno chiesto ai loro volontari di recitare la preghiera della serenità, una preghiera laica scritta dal teologo americano Reinhold Niebuhr:
“Signore, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare e la saggezza di capire la differenza”.
Ebbene, i volontari che prima recitavano questa preghiera e poi guardavano immagini di alcolici erano meno soggetti all’impulso di bere, sottolinea il quotidiano britannico The Daily Mail.
Come sottolinea il professor Marc Galanter, psichiatra e direttore del Dipartimento di Alcolismo e Tossicodipendenze della NYT Langone, “i nostri studi suggeriscono che recitare la preghiera della serenità è in grado di ridurre l’attrattiva dell’alcol negli alcolisti”.
I ricercatori hanno anche osservato attraverso esami ai raggi X gli effetti della preghiera sul cervello, osservando dei cambiamenti nella corteccia prefrontale, la regione del cervello che guida l’attenzione e che controlla le emozioni.
“I nostri risultati suggeriscono che c’è una risposta emotiva al desiderio di alcolici, ma che viene compresa diversamente da coloro che pregano”, ha sintetizzato Galanter.