Pressione alta, diete con poche fibre aumentano rischio
28 Febbraio 2020 - di Silvia_Di_Pasquale
Le diete a basso contenuto di fibre potrebbero favorire la pressione alta, che se non trattata, può portare a ictus, infarto del miocardio, irrigidimento delle arterie e dei muscoli del cuore e irrigidimento dei reni, riducendo la loro funzione. Si tratta del fattore rischio più comune per le malattie cardiovascolari. La cura dell’ipertensione, avvertono gli esperti, passa dalle ‘tre C’ di Controlli regolari, Camminate per fare il giusto movimento ma anche Carrello di cibi sani, per una dieta salva-arterie.
Come si legge sul sito Medical X Press, un nuovo studio sui topi, pubblicato su Circulation, ha evidenziato che le cavie nutrite con una dieta a basso contenuto di fibre erano più predisposti all’ipertensione. Gli studiosi hanno eseguito trapianti fecali sugli animali senza microbi, scoprendo che solo i destinatari di microbi a basso contenuto di fibre hanno continuato a sviluppare una pressione sanguigna più alta.
“L’ipertensione continua ad essere un importante fattore di rischio per la morte cardiovascolare”, ha dichiarato l’autore principale dello studio, la dottoressa Francine Marques. “Una dieta povera di fibre è associata alla prevalenza dell’ipertensione, ma questo studio sta cambiando il concetto di assunzione di fibre che è solo protettiva: la mancanza di fibre può effettivamente contribuire all’ipertensione e alle malattie cardiovascolari, e ciò avviene attraverso il microbiota intestinale”.
Il professor David Kaye, co-autore dello studio, ha aggiunto: “Lo studio è significativo”, “perché identifica per la prima volta come la fibra alimentare regoli direttamente la salute del cuore e dei vasi sanguigni”. “Uno dei risultati più singolari dello studio è che il profilo batterico dell’intestino, chiamato microbioma intestinale, è strettamente associato alla pressione sanguigna e questo legame è il risultato di sostanze chimiche rilasciate dai batteri intestinali nella circolazione”, ha specificato Kaye .