Protesi con ossa stampate in 3D: primo caso a Bologna
16 Giugno 2015 - di Mari
BOLOGNA – Protesi con ossa stampate in 3D sono state impiantate a Bologna, e si tratta del primo caso al mondo. Le protesi sono state ricevute da cinque ragazzi di età media di 25 anni tutti con le ossa del bacino compromesse da un tumore o dal fallimento di una precedente protesi. La progettazione delle protesi ‘su misura’ effettuata dall’Istituto Ortopedico Rizzoli si è basata sui dati del paziente, ricavati con tac e risonanza. E’ stato così realizzato un bacino virtuale, poi identificato il ‘pezzo’ che andava sostituito.
La stampante 3D realizza le protesi come se fossero pezzi mancanti di un puzzle tridimensionale, così poi ‘si incastrano’ esattamente dove i chirurghi asportano la parte d‘osso malata. Le protesi impiantate a Bologna sono in titanio. Il vantaggio, ha spiegato Davide Donati, direttore dell’Oncologia ortopedica del Rizzoli, che ha eseguito gli interventi, è una ricostruzione che è la più appropriata possibile dal punto di vista anatomico dei rapporti tra femore e bacino. In poche parole, dopo l’intervento i pazienti hanno maggiore possibilità di riprendere a camminare correttamente.
Ma gli obiettivi della stampa 3D in medicina sono ancora più ambiziosi: il ‘bioprinting’ mira infatti a creare dispositivi su misura fatti da un mix di sostanze plastiche, ma anche umane.
“Oggi si usano già biomateriali come plastica o titanio – ha spiegato Pier Maria Fornasari, direttore della Banca del Tessuto Muscolo-scheletrico del Rizzoli – Il vantaggio della manifattura a 3D è che può stampare negli strati di materiale le cellule del paziente. La cartuccia di materiale per la stampa può contenere cellule del paziente”. Questo futuro, fatto di materiale umano mescolato a quello biocompatibile non umano, è davvero imminente: “secondo me ci arriveremo tra sei mesi, un anno”.