12 spuntini dietetici per non ingrassare durante la quarantena
19 Marzo 2020 - di Silvia_Di_Pasquale
La quarantena che milioni di italiani stanno osservando per contenere il coronavirus sta mettendo a dura prova la capacità di molti di resistere ai pasti selvaggi. Chi non è abituato a fare telelavoro potrebbe avere delle difficoltà a gestire la vita quotidiana, sfogandosi proprio sul cibo. Grande errore. Lavorare da casa non vuole dire essere elastici. Anzi, il modo più efficace per controllarsi è proprio quello di imporsi una routine fissa. Orari precisi, così come si fosse a scuola o in ufficio. Di solito ci vuole una settimana per adattarsi al nuovo stile di vita.
Uno dei momenti più critici è quello dello spuntino. Se durante pranzo o cena si riesce a mantenere la calma, le possibilità che nel corso del pomeriggio o a metà mattina si “colpisca” sono elevate. Vi forniamo per questo una serie di spuntini salutari, che non vi faranno lievitare o sentire in colpa. Eccone alcuni.
Durante la quarantena potete preparare dei bastoncini di verdure, dalle carote al sedano al finocchio, aggiungendo dei pomodori pachino che mangerete con uno stuzzicadenti. Sì allo yogurt bianco intero senza zuccheri aggiunti, al quale però potete aggiungere dei frutti di bosco freschi. Oppure direttamente delle fragole con sopra il limone. Due kiwi sono un’altra alternativa, ma anche la mela, regina di ogni dieta. Una fetta di pane integrale tostato non rovinerà la vostra linea. O ancora, una manciata di noci, che è lo spuntino della cantante Jennifer Lopez, oppure una manciata di mandorle. Potete anche optare per dei pancake light, magari seguendo proprio la nostra ricetta.
Se volete sbizzarrirvi optate per l’avocado toast, uno dei mini pasti preferiti di Meghan Markle. Altra idea possono essere dei popcorn saltati in aria, sopra i quali metterete cannella e non sale. L’attrice premio Oscar ama mangiare la shakshuka, un piatto preparato con pomodori in umido, uova, cipolla, aglio e spezie e mescolato con insalata. Una ricetta di origine nord africana, importata dagli ebrei emigrati in Israele, e in Italia dagli ebrei tripolini, in seguito all’espulsione degli italo-libici dalla Libia nella seconda metà del secolo scorso.