Salmonella, estate più a rischio. Come difendersi
11 Agosto 2016 - di Mari
ROMA – Salmonella: un batterio che può insinuarsi in molti alimenti e, soprattutto d’estate, provocare infezioni intestinali anche gravi. Ogni anno sono 5mila i casi di persone colpite da salmonellosi, soprattutto bambini. Non è mortale, ma può essere grave.
“I numeri sono molto diminuiti se si pensa che si registravano 20mila casi l’anno negli anni Novanta, ma parliamo ancora della punta di un iceberg. I sintomi infatti sono confondibili con quelli di altre infezioni intestinali, spesso quindi non viene diagnosticata”, spiega Patrizia Laurenti, docente di Igiene presso l’Istituto di Sanità pubblica dell’Università Cattolica di Roma.
Il batterio è a trasmissione orofecale, cioè non si trasmette attraverso il respiro, la saliva o condividendo un bicchiere o un pasto con una persona infetta, ma solo attraverso escrementi: le prime indiziate sono le uova, ma anche tutti i cibi che vengono maneggiati senza la dovuta attenzione.
Il rischio c’è sempre ma, aggiunge Laurenti, “d’estate è più facile comprare cibo da venditori ambulanti. Un classico esempio sono le grattachecche o il cocco che si vendono in spiaggia. In quei casi non è assicurato che siano rispettate le norme di igiene previste”. Solo in persone fortemente immunodepresse la salmonella può esser letale.
Ma in tutti i casi può provocare forte disidratazione, che va contrastata assumendo molti liquidi. Per evitare il contagio, cuocere sempre carne e pesce, lavarsi le mani dopo aver toccato l’esterno delle uova, far bollire il latte crudo. Se si viaggia in Paesi esotici, come Africa o Sud Est Asiatico, bisogna inoltre fare attenzione all’acqua, al ghiaccio e a tutte le verdure crude lavate con acqua che può esser contaminata.
“In questi casi – conclude Laurenti – si possono assumere in via preventiva fermenti lattici, che possono aiutare a mantenere in buona salute la flora batterica intestinale, rendendola in grado di difendersi meglio dall’infezione”.