Alzarsi dalla sedia ogni mezz’ora migliora i livelli di zucchero nel sangue
18 Agosto 2021 - di Silvia_Di_Pasquale
Alzarsi dalla sedia ogni mezz’ora può aiutare a migliorare i livelli di zucchero nel sangue e la salute generale.
Chi fa una vita sedentaria anche a causa del lavoro non dovrebbe mai rimanere a lungo seduto.
Ogni ora trascorsa seduti o sdraiati aumenta il rischio di sindrome metabolica e diabete di tipo 2, affermano gli autori dello studio pubblicato sull’American Journal of Physiology-Endocrinology and Metabolism, citato da Medical X Press.
Muoversi durante quelle ore sedentarie è un modo semplice per migliorare la sensibilità all’insulina e ridurre le probabilità di sviluppare la sindrome metabolica, gruppo di condizioni che possono portare a malattie cardiache, diabete, ictus e altri problemi di salute.
L’autore senior dello studio, il dott. Erik Naslund, ha spiegato:
“Interrompere uno stile di vita sedentario ha benefici metabolici positivi negli esseri umani che vivono liberi, quindi è utile non sedersi tutto il giorno, alzarsi e muoversi”.
I risultati hanno mostrato che un modesto intervento di esercizio di tre minuti ogni 30 minuti ha comportato un piccolo miglioramento della glicemia e delle fluttuazioni di zucchero nel sangue.
Lo studio su sedentarietà e livelli di zucchero nel sangue.
Nella ricerca sono stati seguiti 16 adulti obesi che conducevano uno stile di vita sedentario o avevano un lavoro dove stavano seduti tutto il giorno.
I partecipanti hanno svolto attività di intensità da bassa a moderata, come camminare o salire le scale.
I ricercatori hanno poi confrontato coloro che erano attivi con un gruppo che non faceva pause di attività.
Le persone nel gruppo attivo avevano meno picchi e cali nella glicemia, che potrebbero essere il risultato di un miglioramento del flusso sanguigno.
Attività motoria rimedio a ansia e depressione da lockdown.
Se durante il lockdown dello scorso anno le persone avessero potuto mantenere gli stessi livelli di attività motoria, si sarebbero potuti evitare fino al 21% dei casi gravi di ansia o depressione.
È il risultato dell’indagine ‘Io conto 2020’ condotta fra studenti e dipendenti delle università di Pisa, Firenze, Torino, Genova e Messina, pubblicato lo scorso marzo sulla rivista scientifica Plos One.