Sigarette elettroniche, “sostanze nocive ai polmoni in 3 su 4”
10 Dicembre 2015 - di Mari
BOSTON – Anche le sigarette elettroniche fanno male. Non tutte, ma tre su quattro possono contenere una sostanza chimica legata ad una malattia dei polmoni, la bronchiolite ostruttiva. E’ quanto sostiene uno studio dell’università di Harvard pubblicato dalla rivista Environmental Health Perspectives. La sostanza però, ha assicurato l’italiana ANAFE-Confindustria (l’associazione che riunisce i produttori nazionali di sigarette elettroniche e liquidi da inalazione) riguarda liquidi per sigarette elettroniche prodotti fuori dall’Italia e dall’Unione Europea.
I ricercatori americani hanno testato 51 tipi di sigarette o di liquidi riempitivi, scelte in base al loro ‘appeal’ per i più giovani. Ognuno di questi dispositivi è stato messo in una camera stagna e collegato a un dispositivo che aspirava aria per 8 secondi. L’analisi dei prodotti della combustione ha rivelato che 39 campioni su 51 contenevano diacetile, una sostanza tossica associata alla malattia polmonare nei lavoratori che le sono esposti per lungo periodo.
Estendendo l’analisi ad acetoina e pentanedione, altri due prodotti profumanti legati alle malattie professionali, è emerso che almeno una delle tre sostanze era presente in 47 dei 51 campioni.
Come sottolinea David Christiani, uno degli autori dello studio,
“Molte delle preoccupazioni riguardo alle sigarette elettroniche sono sulla nicotina, ma c’è ancora molto che non sappiamo su questi dispositivi”.
Dal canto suo, ANAFE-Confindustria replica riaffermando il totale rispetto della normativa e degli standard riconosciuti e condivisi a livello italiano ed europeo, e dichiarandosi anche favorevole all’intensificazione dei controlli sui liquidi per sigarette elettroniche e sulle sostanze che li compongo prima della loro immissione nel mercato nazionale:
“I liquidi prodotti nel continente sono sottoposti a controlli ed analisi stringenti, ed in particolare quelli italiani non solo rispettano tutte le norme, ma presentano valori sul contenuto enormemente inferiori alle soglie massime previste dalle regole UE in vigore”.