Sindrome della “vagina morta”: problema fisico o mentale?
9 Giugno 2016 - di aavico
ROMA – Perdita di sensibilità delle parti intime, è questo il caratteristico sintomo della sindrome della quale, ultimamente, si parla moltissimo, ovvero la “Sindrome della vagina morta”. Pensate che la prima persona che aveva parlato di questa sindrome (era il 2012) aveva da poco divorziato da suo marito e lei, senza neanche un pelo sulla lingua, aveva raccontato a tutti i suoi problemi sessuali e lo aveva fatto senza mezzi termini durante un evento pubblico organizzato da Glamour. ”Ho la sensazione che la mia vagina sia morta, si sia spenta, sia apatica”, aveva usato proprio queste parole.
Lei era l’attrice Olivia Wilde che fece sapere i suoi problemi, da lì in poi il web si è interrogato: ‘’Ma questa sindrome esiste davvero o è solo collegata a un calo del desiderio?’’. Dubbio legittimo. Anche la scienza ha approfondito, ovviamente e i ricercatori sono arrivati a una conclusione: non ci sono prove scientifiche per dimostrare l’esistenza di una patologia simile.
Il neuroscienziato Nicole Prause, ad esempio, dopo aver studiato gli effetti che i vibratori hanno sulle proprie parti intime, ha detto: “Quello che eventualmente possono notare le donne è che se durante lo stesso rapporto sessuale passano da una stimolazione più alta a una più bassa, questa non sarà efficace come la prima”. Nel senso che è normale avere meno sensibilità dopo aver usato un vibratore. La cosa, però, ‘’rientra’’ nel giro di poche ore.