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Sindrome di Takotsubo: infarto silenzioso che colpisce le donne

ROMA –  Il suo nome scientifico è sindrome di Takotsubo, ma è più nota come “crepacuore”. Colpisce in nove casi su dieci le donne, ed è molto più pericolosa di quanto si pensasse: uccide come l’infarto.

Dietro al termine un po’ misterioso, utilizzato per raccontare lo struggimento di eroine da romanzo, c’è infatti una malattia insidiosa e sempre più conosciuta, disegnata negli ultimi anni dai ricercatori italiani.

La sindrome di Takotsubo (o cardiomiopatia da stress) si verifica quando l’apice del cuore si comporta come se si bloccasse e non si contraesse più. Il sangue fa più fatica ad essere espulso dal ventricolo sinistro, così il cuore presenta una forma inconfondibile con il collo sottile, ricordando un vaso usato come trappola per polpi, chiamato appunto “tako-tsubo” e utilizzato in Giappone.

La sindrome si manifesta come un infarto, con sintomi quali dolore al petto o affanno improvviso, si associa ad alterazioni dell’elettrocardiogramma, ma al momento della coronarografia d’urgenza, eseguita nel sospetto di infarto miocardico, le coronarie risultano sorprendentemente normali, senza restringimento.

Spiega Filippo Crea, direttore del Dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma: “Le alterazioni del microcircolo coronarico hanno un ruolo fondamentale in molte malattie cardiovascolari ed in particolare, come da noi recentemente dimostrato, nella sindrome di Takostsubo”.

Il dottor Crea è autore, insieme alla dottoressa Leda Galiuto, di uno studio mondiale sulla sindrome di Takotsubo pubblicato sul New England Journal of Medicine. Questa ricerca ha coinvolto complessivamente 26 centri di 9 Paesi tra Europa e Usa. Fra i centri internazionali coinvolti nello studio c’è la Mayo Clinic di Rochester, l’Università di Zurigo e l’Oxford University.

Sono stati studiati 1750 pazienti con la sindrome di Takotsubo. L’obiettivo della ricerca è stato di caratterizzare clinicamente questi pazienti e comprenderne l’evoluzione clinica, nonché valutare i risultati della terapia oggi in uso. “La raccolta dati”, chiarisce la cardiologa Galiuto, “è stata eseguita dagli specialisti del Dipartimento di Cardiologia dell’Università di Zurigo. La sindrome da crepacuore colpisce soprattutto le donne (in questo studio in rapporto 9:1) e prevalentemente dopo uno stress emotivo, tipicamente un lutto (nel 30% dei casi), o fisico come un intervento chirurgico (nel 36%). La sindrome di Takotsubo si associa a malattia neurologica o psichiatrica nella metà dei casi, ovvero si presenta spesso in associazione a disturbi psichiatrici come la depressione”.

Mari

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