Abbronzatura: “Più benefici che rischi. Raggi UV proteggono il cuore”
30 Maggio 2013 - di Mari
ROMA – Anche se il caldo tarda ad arrivare, l’estate è ormai vicina. Sole, spiaggia, mare, vacanze. E il solito dubbio: quanto si può prendere la tintarella senza correre rischi per la pelle e, peggio ancora, per la propria salute generale? In altre parole, c’è un sole “buono” che non fa solo invecchiare la pelle e aumentare il rischio di melanoma? La risposta degli esperti è: sì.
I benefici offerti dall’esposizione al sole superano il rischio di tumori della pelle legato ad una cattiva esposizione: è la provocatoria tesi che emerge da uno studio scozzese reso noto online dalla BBC.
Condotto dal dermatologo Richard Weller dell’Università di Edimburgo, lo studio rivela che i raggi UV riducono la pressione del sangue e quindi il rischio di infarto e ictus.
Gli esperti scozzesi hanno coinvolto 24 volontari che hanno sottoposto a lampade abbronzanti mentre la loro pressione sanguigna era monitorata 24 ore su 24: in un primo esperimento i partecipanti si sono propriamente abbronzati con le lampade, nel secondo le lampade sparavano solo calore ma non raggi UV. In questo modo si è visto che, già dopo un’ora, l’esposizione ai raggi UV (gli stessi del sole) abbassa la pressione del sangue in modo considerevole. Il solo calore delle lampade non sortiva alcun effetto benefico. I raggi UV attivano la produzione di un composto ”salva-cuore”, l’ossido di azoto, che abbassa la pressione del sangue.