Sospirare per sopravvivere: è il nostro respiro inconscio
9 Febbraio 2016 - di Mari
LOS ANGELES – Sospirare per sopravvivere. Forse in pochi c’hanno pensato prima, eppure quei piccoli sospiri che talvolta facciamo inconsciamente ci tengono vivi. Il motivo lo spiega uno studio congiunto dei neuroscienziati della Stanford University e della University of California di Los Angeles ripreso anche dal Daily Mail.
Il motivo, in realtà, è più semplice e logico di quanto si possa immaginare: sospirare è un modo attraverso il quale il nostro corpo assume più ossigeno in situazioni di difficoltà, o semplicemente quando i nostri polmoni lo richiedono. E infatti noi sospiriamo molto più di quanto non pensiamo: circa dodici volte in un’ora, secondo le stime dei ricercatori americani.
In altre parole, il sospiro è un riflesso vitale che aiuta a preservare la funzione polmonare. In particolare gli esperti hanno individuato due piccoli gruppi di neuroni nel tronco cerebrale, ritenuti responsabili di trasformare i respiri normali in sospiri.
E’ emerso che l’atto di sospirare è regolato dal minor numero di neuroni mai collegato ad un comportamento umano fondamentale.
Spiega Mark Krasnow, docente di Biochimica e ricercatore dell’Howard Hughes Medical Institute alla Stanford University School of Medicine,
“a differenza di un pacemaker che regola solo la velocità con cui prendiamo aria, il ‘centro respiratorio’ del cervello controlla anche il tipo di respiro in cui ci cimentiamo. Questa sorta di ‘quadro comandi’ è composto da un piccolo numero di diversi tipi di neuroni. Ognuno di essi funziona come un pulsante che accende un diverso tipo di respiro. Un bottone programma quelli regolari, un altro i sospiri, e altri ancora potrebbero servire ad azionare sbadigli, colpi di tosse, l’azione di tirar su con il naso, e forse anche risate e grida”.
I neuroscienziati hanno analizzato oltre 19mila schemi di espressione genica nelle cellule cerebrali dei roditori, scoprendo 200 neuroni del tronco encefalico che sono responsabili della produzione e del rilascio di uno dei due neuropeptidi che permettono alle cellule cerebrali di comunicare tra loro.
Questa famiglia di peptidi è molto attiva nella parte del cervello che influenza la respirazione. Dallo studio è venuto fuori che questi peptidi innescano un secondo gruppo di 200 neuroni, cellule che attivano i muscoli respiratori del topo per fargli produrre un sospiro per circa 40 volte all’ora.
Il sospiro, insomma, è un respiro profondo, involontario ma soprattutto necessario, con il compito di gonfiare gli alveoli (e quindi noi stessi) di ossigeno.