Stitichezza, ecco quando c’è davvero. E come curarla
22 Novembre 2013 - di Mari
ROMA – Stitichezza, questa sconosciuta. Molti pensano di soffrirne ma non è così, altri pensano di no e invece dovrebbero iniziare a preoccuparsi. Un’indagine dell’Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri ha provato a capire quanto gli italiani sappiano della propria regolarità intestinale.
I risultati non sono consolanti: un italiano su tre crede di essere stitico, ma questo disturbo riguarda in realtà solo quattro su cinque di loro. Al lato opposto, il 16% di chi crede di non soffrire di stipsi ne soffre.
In base ai criteri stabiliti dalla comunità scientifici si è stitici quando si hanno almeno due di questi sintomi, ricorda Elena Meli sul Corriere della Sera: si va in bagno meno di tre volte alla settimana, si deve fare uno sforzo eccessivo almeno una volta su quattro, le feci sono dure e compatte in un caso su quattro, si prova una sensazione di evacuazione incompleta dopo che si è andati in bagno in almeno un caso su quattro, si deve ricorrere a manovre manuali almeno in un caso su quattro.
Se a questa situazione si aggiunge il dolore allora si tratta di sindrome del colon irritabile. Una patologia che di solito si cura con dei farmaci solo per lenire il dolore, mentre per il resto richiede un cambio delle abitudini del paziente.
Innanzitutto, sia nei casi di colon irritabile sia in quelli di semplice stipsi, bisogna fare regolarmente attività fisica, perché il movimento facilita il transito intestinale. Bisogna poi evitare di saltare i pasti, assumere molte fibre, soprattutto attraverso la verdura (ma sono utili anche cereali integrali e frutta), e bere almeno due litri di acqua al giorno.
Se tutto questo non basta si può ricorrere a supplementi di fibre, meglio se solubili, o a lassativi osmotici come il lattulosio o il polietilenglicole. Meglio usare lassatici purganti (come senna o sali di magnesio) solo in casi estremi.