Tac e radiografie, quante radiazioni “prendiamo”? VIDEO
4 Aprile 2017 - di Mari
Quante radiazioni prendiamo per ragioni mediche nel corso della nostra vita, sottoponendoci a Tac e radiografie? Lo spiega al Corriere Tv Lorenzo Bianchi, coordinatore regionale dell’Associazione Italiana Fisici Medici (Aifm).
In questa video intervista Bianchi spiega le novità relative ai macchinari per radiografie e Tac e il diritto che i pazienti hanno di sapere la dose di radiazioni che ricevono durante un determinato esame medico. Un altro problema, sottolinea il Corriere Tv, è quello dell’appropriatezza: è necessario ridurre il numero di indagini diagnostiche inutili. “Non dobbiamo più assistere a quel 40 per cento di esami che vengono prescritti ma che sono inappropriati”, sottolinea il dottor Bianchi.
Una Tac, per esempio, è molto più “potente” rispetto ad una lastra, e quando si parla di radiologia interventistica si aumenta ancora.
Per fortuna, come ricorda il Secolo XIX, entro il 6 febbraio 2018 anche l’Italia dovrà recepire la direttiva Euratom che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti.
La direttiva punta a ridurre l’esposizione dei pazienti alle radiazioni ionizzanti attraverso l’adozione di standard qualitativi per l’esecuzione delle indagini radiologiche e, attraverso il monitoraggio della dose di radiazioni assorbite dai pazienti in ogni singola indagine, vuole favorire la verifica dei possibili danni da radiazione che possono verificarsi anche con effetto cumulativo, ovvero attraverso la somma di tante esposizioni anche a piccole dosi che singolarmente non sono grado di fare danno immediato.