Troppa illuminazione stradale di notte aumenta il rischio di diabete
15 Novembre 2022 - di Silvia_Di_Pasquale
Troppa illuminazione stradale di notte aumenta il rischio di diabete. Chi vive in zone iper illuminate ha un rischio maggiore di sviluppare la malattia. Lo evidenzia uno studio pubblicato su Diabetologia. L’inquinamento luminoso riguarda la casa così come i negozi, le palestre o i locali. La ricerca ha ora scoperto che le persone che vivono in aree con molta luce artificiale di notte hanno livelli di zucchero nel sangue più alti e reagiscono meno bene all’insulina, l’ormone che controlla la glicemia.
Lo studio ha coinvolto più di 98.600 persone in Cina, che sono state classificate in base alla loro esposizione quotidiana alla luce artificiale, da quella più alta a quella più bassa. Il gruppo più esposto all’inquinamento luminoso aveva un tasso di diabete superiore del 28% rispetto al gruppo meno esposto. Si trattava principalmente di diabete di tipo 2, che riguarda la maggior parte dei casi di diabete, ovvero quello che si può sviluppare nel corso della vita e non dalla nascita.
I rischi per chi è sempre esposto alla luce artificiale.
Coloro che sono esposti alla luce artificiale negli orari in cui invece dovrebbero stare al buio possono essere maggiormente a rischio di diabete di tipo 2. Questo a causa dello scardinamento degli orari che può avere un impatto sui livelli di fame, sul metabolismo e sulla temperatura corporea. Per il momento restano comunque necessarie ulteriori ricerche sull’argomento. (Dunque se siete alle prese con il lavoro notturno o con una nottata insonne davanti alla tv, non disperate).
Lo studio, condotto da accademici del Ruijin Hospital, che è affiliato alla Shanghai Jiaotong University School of Medicine in Cina, conclude: “I nostri risultati contribuiscono alla crescente evidenza che la luce notturna è dannosa per la salute e indicano che la luce esterna di notte è dannosa per la salute. Un potenziale nuovo fattore di rischio per il diabete”. Fonte: Daily Mail. Foto di Dina Dee da Pixabay.