Troppi pesticidi sulla frutta, Codacons: pericolo per la salute
4 Aprile 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – La mela, il frutto che secondo il famosissimo detto popolare, ingerita una volta al giorno dovrebbe togliere il medico di torno, forse non fa così bene come uno si aspetterebbe. Ad affermarlo è il Codacons in una nota. “Recenti studi – si legge ancora nella nota dell’associazione – hanno verificato come sulle bucce delle mele comunemente in vendita presso i negozi ed i supermercati italiani si trovino tantissimi pesticidi (più di 10) utilizzati di frequente. I risultati dimostrano il fatto che in nessun caso vengono superati i limiti massimi previsti per legge per la presenza del singolo pesticida, ma la presenza di molteplici sostanze chimiche può portare al fenomeno del cosiddetto multiresiduo”.
“Se infatti le singole presenze di pesticidi possono non essere in violazione con la legge – spiega il Codacons – la sommatoria tra i vari pesticidi presenti può provocare seri problemi all’organismo umano. Il fenomeno necessita di un deciso intervento del Ministero per le politiche agricole, che vada a normare tale aspetto, altrimenti sottovalutato”.”Presenteremo – conclude – un esposto in Procura della Repubblica al fine che vengano accertate eventuali violazioni.”
A tal proposito, può essere utile sapere come fare per cercare di eliminare il più possibile i pesticidi dalla buccia della mela. Come spiegato dal sito Il Fatto Alimentare il metodo migliore per ridurre i pesticidi è quello di immergere la mela in una soluzione di bicarbonato. Si è arrivati a questa riposta dopo alcuni esperimenti. Uno degli studi di riferimento è quello dell’Università del Massachussett di Amherst. I ricercatori hanno trattato per 24 ore delle meledi varietà gala con alte concentrazioni di due pesticidi tra i più usati: il tiobendazolo, funghicida, e il phosmet, insetticida. Poi hanno sottoposto i frutti a tre diversi trattamenti: l’acqua corrente, una soluzione all’1% di bicarbonato di sodio, il lavaggio con una soluzione di candeggina (ipoclorito di sodio), simile a quello utilizzata da molti produttori prima di avviare le mele alla spedizione, il Clorox.
Dai risultati è emerso che il bicarbonato aveva impiegato 12 e 15 minuti per rimuovere il 100% rispettivamente del tiobendazolo e del phosmet dalla superficie delle mele. Dunque si è rivelato il più efficiente. Bisogna tuttavia sottolineare che entrambi i pesticidi (un 20% del primo e un 4,4% del secondo), erano comunque penetrati nella buccia e non erano diminuiti con i trattamenti. Come specifica Il Fatto Alimentare, il tiobendazolo ha una capacità di penetrazione che è 4 volte superiore rispetto a quella del phosmet. Come essere ancora più sicuri? La soluzione è quella di mangiare la mela togliendo la buccia. Ma tale gesto non è privo di conseguenze perché è il quella parte del frutto che si concentra la maggiore quantità di fibre che di nutrienti nobili. C’è infine la soluzione che potrebbe evitare a monte il problema, ovvero comprare mele biologiche. Anche in questo caso bisogna assicurarsi che il prodotto sia effettivamente tale, possibilmente facendo attenzione alle etichette.