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Tumore al seno: come riconoscerlo. Non solo noduli…

Tumore al seno: come riconoscerlo. Attenzione non solo ai noduli, che si possono sentire anche attraverso l’autopalpazione, ma anche ad alterazioni della pelle del seno e a perdite di liquido o di sangue dal capezzolo.

Il tumore al seno è la neoplasia che più colpisce le donne: circa un caso di cancro su tre nel genere femminile colpisce il seno. Ci sono alcuni fattori di rischio, come ricorda al Corriere della Sera Stefania Gori, direttore del Dipartimento di oncologia dell’Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar (Verona) e presidente eletto dell’Aiom (Associazione Italiana Oncologia Medica): molti riguardano lo stile di vita, come il fumo, l’abuso di alcolici, una alimentazione ricca di grassi e povera di frutta e verdura, il sovrappeso e la sedentarietà, ma anche l’età (sopra i 40 anni, ed in particolare dopo la menopausa) e la familiarità. Vi è poi il fattore genetico: come ha insegnato il caso di Angelina Jolie, la presenza di mutazioni in due particolari geni (BRCA1 e BRCA2) aumenta le possibilità di ammalarsi nel corso della vita rispettivamente del 65% (BRCA1) e del 40% (BRCA2).

Ma quali sono i sintomi da considerare? Spiega la dottoressa Gori:

“Se toccandosi il seno si riscontra un nodulo prima non presente è sempre buona regola non trascurarlo sebbene nella maggior parte dei casi si tratti di formazioni benigne, a maggior ragione se compaiono in giovane età. (…) Fibroadenomi e cisti benigne tendono infatti a muoversi sotto la pressione dei polpastrelli e a presentarsi con contorni lisci e regolari, come un nocciolino tutto tondo. I noduli maligni, invece, tendono a essere fissi, rigidi e dai bordi irregolari. Altri campanelli d’allarme di un possibile tumore comprendono perdite di liquido o sangue dal capezzolo oppure alterazioni del capezzolo, che può, per esempio, apparire retratto all’interno della mammella; ulteriori possibili segnali sono il rigonfiamento dei linfonodi nell’ascella, intorno alla clavicola o al collo”.

Se si scoprono delle anomalie la prima cosa da fare è farsi visitare dal proprio medico o da uno specialista, che sia ginecologo, senologo o oncologo. Sarà questi, eventualmente, a richiedere una ecografia o una mammografia, ed eventualmente successivi esami, come l’analisi di un piccolo campione del nodulo. 

La diagnosi precoce attraverso l’autopalpazione, comunque, resta fondamentale:

“La diagnosi precoce si attua prima di tutto controllando con regolarità il proprio seno attraverso l’autopalpazione a partire dai 20 anni, per poter riconoscere poi eventuali anomalie prima non presenti. Durante l’età fertile, l’ideale è esaminare il proprio seno una volta al mese tra il settimo e il quattordicesimo giorno del ciclo. Altrettanto importanti sono le visite e gli esami di controllo da effettuare con tempi e modalità diverse a seconda della fascia di età. In Italia è attivo un programma di screening gratuito per cui tutte le donne tra i 50 e i 69 anni ricevono, ogni due anni, una lettera di invito a effettuate la mammografia”.

Mari

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