Tumore al seno, arriva un trattamento per la forma più aggressiva
25 Agosto 2022 - di Silvia_Di_Pasquale
È arrivata anche in Italia una terapia specifica per il trattamento della forma più aggressiva di carcinoma mammario, quello triplo negativo. A renderlo noto è l’azienda farmaceutica Gilead, spiegando che la terapia è “l’unica a oggi” per il trattamento di questa forma di tumore al seno. Il farmaco in questione è il sacituzumab govitecan, come monoterapia indicata per pazienti con cancro della mammella triplo negativo non operabile o metastatico che hanno ricevuto due o più precedenti terapie sistemiche, almeno una per malattia in fase avanzata.
Gilead ha ottenuto da parte dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) l’approvazione della rimborsabilità. Il tumore alla mammella triplo negativo è il tipo di cancro al seno più aggressivo e rappresenta circa il 15% di tutti i tumori mammari. Viene diagnosticato più frequentemente nelle donne più giovani. Il tasso di sopravvivenza a 5 anni è del 12%, rispetto al 28% di altre forme. Capostipite della sua classe, sacituzumab govitecan è un anticorpo farmaco-coniugato diretto contro l’antigene Trop-2, una proteina sovraespressa in questa e in altre neoplasie.
L’approvazione si basa sullo studio di fase III Ascent, che ha dimostrato che nel trattamento di seconda linea sacituzumab govitecan ha migliorato la sopravvivenza complessiva rispetto alla chemioterapia scelta dal medico curante. “La comunità scientifica italiana attendeva da tempo l’arrivo di questo trattamento innovativo e specifico per il carcinoma mammario metastatico triplo negativo, una patologia per la quale fino a oggi non disponevamo di strumenti specifici – conclude Saverio Cinieri, presidente Aiom, Associazione Italiana di Oncologia Medica – oggi in Italia vivono più di 37mila persone con tumore della mammella metastatico. La forma triplo negativa, in cui rientrano il 15% delle diagnosi di carcinoma mammario, non presenta i recettori degli estrogeni, del progesterone e della proteina HER2. Non risponde alla terapia ormonale né ai farmaci che hanno come bersaglio HER2. Si tratta della forma più aggressiva, in cui il rischio di ricaduta a distanza aumenta rapidamente a partire dalla diagnosi e raggiunge il picco nei primi tre anni. Va, inoltre, considerato che il carcinoma mammario triplo negativo colpisce spesso donne giovani che si trovano nel pieno della vita familiare e professionale”. (ANSA). Foto di Marijana da Pixabay.