Tumore all’esofago, cresce la sopravvivenza con immunoterapia
14 Giugno 2021 - di Claudia Montanari
La combinazione di immunoterapia e chemioterapia e la duplice immunoterapia possono cambiare la vita nel trattamento in prima linea dei pazienti con tumore all’esofago in fase avanzata. Lo mette in evidenza lo studio CheckMate-648, presentato oggi al Congresso dell’Asco, la Società americana di oncologia clinica.
Lo studio ha coinvolto 970 pazienti colpiti da tumore all’esofago nella sua forma a cellule squamose avanzato o metastatico e mai trattati in precedenza.
“Nei primi, la combinazione di nivolumab più chemioterapia – spiega Stefano Cascinu, primario dell’unità di Medicina oncologica Irccs Ospedale San Raffaele di Milano parlando della molecola il cui uso per questa forma tumorale non è ancora stato approvato dall’Aifa – mostra un vantaggio davvero impressionante in termini di sopravvivenza globale mediana nel confronto con la sola chemioterapia, pari a 15,4 mesi rispetto a 9,1 mesi.
Ottimo anche il risultato raggiunto dalla combinazione delle due molecole immuno-oncologiche, nivolumab e ipilimumab, pari a 13,7 mesi rispetto a 9,1 mesi della sola chemioterapia”.
Tumore all’esofago, i numeri in Italia
Solo nel 2020, in Italia, si stimano 2.400 nuovi casi di tumore dell’esofago, un dato in aumento costante. Stefano Cascinu spiega: “Circa la metà presenta la malattia già in stadio avanzato al momento della diagnosi. Oggi la chemioterapia è il trattamento standard per questi pazienti. Ma la prognosi rimane sfavorevole perché la sopravvivenza non supera i 10 mesi. Da qui l’importanza di individuare nuove opzioni”.
Le correlazioni
Stefano Cascinu spiega le possibili correlazioni con il tumore all’esofago. “L’abuso di alcol e l’abitudine al fumo di sigaretta sono strettamente connessi alla forma squamosa del tumore dell’esofago. Ecco perché è importante promuovere campagne di prevenzione per aumentare le diagnosi in fase precoce e sconfiggere la malattia”.
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