Tumore all’utero, Johnson&Johnson sotto accusa per un suo strumento
28 Maggio 2015 - di Mari
WASHINGTON – La Johnson&Johnson nel mirino dell’FBI. Il Federal Bureau of Investigation, scrive il Wall Street Journal, starebbe indagando i danni provocati da uno strumento per interventi chirurgici all’utero (l’isterectomia) sospettato di diffondere le cellule tumorali durante le operazioni, aumentando le neoplasie.
Gli investigatori stanno tentando di capire se ci sia stata una copertura da parte dell’azienda farmaceutica, se il più grande produttore del ‘morcellatore laparoscopico’ – questo il nome del congegno – fosse a conoscenza dei rischi.
La Johnson&Johnson ha ritirato lo strumento dal mercato lo scorso anno, e un portavoce dell’azienda ha fatto sapere di non essere a conoscenza dell’indagine. Ma tre persone hanno rivelato al quotidiano economico americano di essere state interrogate di recente dagli agenti federali. Si tratta di un patologo in pensione che aveva allertato la J&J sin dal 2006 sui possibili problemi provocati dallo strumento, di un medico donna colpita personalmente da tumore dell’utero che ha denunciato un peggioramento del cancro dopo l’intervento con il morcellatore, e di una donna californiana che ha raccolto 400 nomi di persone il cui cancro è peggiorato dopo l’uso dello strumento.
L’indagine, scrive sempre il Wall Street Journal, sarebbe stata avviata dopo che la Food and Drug Administration ha messo in guardia nel novembre scorso dall’uso dello strumento per interventi all’utero sulla vasta maggioranza delle pazienti. Usato in decine di migliaia di operazioni anche minimamente invasive come la rimozione di fibromi uterini, o in isterectomie vere e proprie, il morcellatore è ora stato abbandonato da molti ospedali.