Tumore al collo dell’utero, addio pap test: meglio quello del Dna
14 Marzo 2014 - di Mari
ROMA – Tumore al collo dell’utero, per rilevare la presenza del virus Hpv il test del Dna è meglio del pap test. Lo sostiene un panel di esperti convocato dalla Fda, la Food and Drug Administration americana, che conferma il risultato di diversi studi, il più importante dei quali ha visto proprio l’Italia in prima fila.
Il pap test tradizionale consiste nel prelievo di un piccolo campione di cellule dal collo dellìuter, che viene poi esaminato ad un microscopio da un operatore alla ricerca di eventuali anormalità. L’analisi del Dna si fa sulle stesse cellule, in cui viene verificata la presenza del virus che è legato alla quasi totalità dei tumori.
Secondo gli esperti statunitensi, il test del Dna andrebbe utilizzato come prima opzione negli screening, mentre ora oltreoceano ma anche da noi si utilizzano i due esami insieme oppure il solo pap test, da effettuarsi però ogni tre anni invece che ogni cinque come quello più avanzato.
Tra gli studi che hanno dimostrato la superiorità in efficacia del test Hpv il più recente, pubblicato dalla rivista Lancet, è stato coordinato da Guglielmo Ronco, epidemiologo del Centro di Riferimento per l’Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte.
La ricerca, condotta in quattro Paesi su oltre 175mila donne, ha dimostrato che lo screening con Hpv ha ridotto il numero di tumori del 60-70%.
Ogni anno in Italia si fa circa un milione di pap test, ma nonostante il sostituto costi di più permetterebbe anche dei risparmi di spesa, perché basterebbe eseguire il test del Dna ogni cinque anni invece che ogni tre, come avviene con il pap test, e si ridurrebbe la spesa di circa il 20% mantenendo l’efficacia della diagnosi.