Tumori, 5 miti da sfatare: carne, chemio, melatonina…
18 Febbraio 2016 - di Mari
ROMA – Tumori, 5 miti da sfatare. Dal consumo di carne alla melatonina, dalla chemioterapia alla ereditarietà. Ecco allora che il dottor Cesare Pinto, presidente Aiom, Assocaizione italiana di oncologia medica, ci aiuta a fare chiarezza.
- La carne fa male? “È come pensare di dire che mezzo bicchiere di vino fa venire il cancro. Probabilmente fa venire il cancro al fegato, la cirrosi, berne due litri al giorno. Tutto va fatto con moderazione all’interno di una dieta equilibrata”, dice il dottor Pinto.
- Basta mangiare bene per non ammalarsi di cancro? “È una parte dell’equilibrio che bisogna avere negli stili di vita, una dieta equilibrata che abbia componenti vegetali, proteiche, contenga vari alimenti. Tra gli stili di vita che è importante modificare vi è anche il fumo: non fumare ridurrebbe in maniera importante il tumore alla vescica e non solo, evitare l’obesità e abitudini come l’alcol può sicuramente ridurre l’impatto del tumore o migliorarne l’esito”.
- La chemioterapia è tossica? Pinto ricorda che la chemioterapia ha permesso di migliorare, guarire i pazienti malati di tumore e ridurre il rischio che la malattia possa ripresentarsi: “Oggi insieme alla chemioterapia abbiamo anche terapie target e l‘immunoterapia che rafforza, modifica, riattiva l’immunità cellulare contro il tumore. La chemioterapia non ha più le tossicità importanti del passato perché soprattutto allora avevamo pochi farmaci sintomatici, ad esempio per il vomito, oggi è cambiato completamente quello che possiamo fare”.
- La melatonina previene il cancro? Non ci sono dati scientifici che dimostrino questo, chiarisce Pinto.
- Se ho casi di tumori in famiglia mi ammalerò per forza anch’io? “Assolutamente no. Nei tumori in cui l’ereditarietà è riconosciuta, come quello della mammella, non è oltre il 4-5%. In generale, il tumore non è una malattia che si eredita. Le forme ereditarie sono basse, intorno al 3-4%,e per particolari tumori. Ci sono gruppi che possono essere maggiormente a rischio di predisposizione, ma non è che sia una cosa automatica, intervengono delle concause”.