Tumori, non è (solo) sfortuna: stile di vita incide al 70%
18 Dicembre 2015 - di Mari
NEW YORK – Dna, genetica e storia familiare contano relativamente nel formarsi dei tumori. Lo stile di vita e l’ambiente incidono per il 70%. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Nature da studiosi della Stony Brook University di New York. Uno studio in controtendenza, che contraddice una precedente ricerca della John Hopkins University che sosteneva l’ipotesi della “sfortuna” nell’insorgenza di tumori.
I ricercatori americani sostengono che i fattori interni, cioè il modo in cui il nostro corpo funziona e il rischio di mutazioni casuali del Dna delle cellule staminali, hanno un peso che non supera il 30%. Molto, invece, contano i fattori esterni, come fumo e radiazioni Uv.
Secondo la ricerca della Johns Hopkins i due terzi dei tumori sarebbero causati da mutazioni casuali del Dna delle cellule staminali, con un apporto minimo o nullo al rischio da parte di stili di vita o cause ereditarie. Una tesi che ha subito scatenato una sequela di polemiche e critiche.
In questo nuovo studio i ricercatori della Stony Brook affrontano il problema con metodi diversi, utilizzando modelli informatici, dati statistici e approccio genetico. Sono così arrivati alla conclusione che il 70-90% del rischio per i principali tipi di tumore è dovuto a fattori ‘esterni’ al nostro corpo, come fumo o radiazioni solari, mentre i fattori di rischio intrinseci contano per il 10-30%.
L’accumulo di mutazioni interne non è sufficiente, per i ricercatori, a giustificare il rischio di cancro osservato, che è invece fortemente influenzato da fattori esterni, ambientali e di abitudini. Il che, concludono, chiama in causa l’importanza della prevenzione e degli stili di vita.