Un’aspirina contro le infiammazioni (e il rischio di tumore)
21 Gennaio 2013 - di Mari
WASHINGTON – Un’aspirina al giorno potrebbe allontanare il tumore al fegato più diffuso, il carcinoma epatocellulare, e abbassare il tasso di mortalità nei pazienti già colpiti dalla neoplasia. Lo sostiene uno studio americano condotto per dodici anni su oltre 300mila persone.
Gli ultimi dati pubblicati sul Journal of the National Cancer Institute dicono che chi prende abitualmente un’aspirina ha un rischio di tumore al fegato inferiore del 41% rispetto a chi non la prende. Tra i consumatori abituali di acido acetilsalicilico si abbassa anche il tasso di mortalità, inferiore del 46%.
Questo avviene perché l’aspirina è un antinfiammatorio, e quindi aiuta a prevenire le patologie legate ad uno stato infiammatorio cronico. In questo modo l’aspirina blocca la proliferazione dell’infiammazione in cui si può inserire l’azione del tumore.
Naturalmente vanno considerati i possibili effetti collaterali dell’aspirina, come gastriti, emorragie e trombosi. Sempre meglio, quindi, parlarne prima con il proprio medico.