Vacanze e antibiotici, in viaggio se ne prendono di più e in modo sbagliato

Vacanze e antibiotici, in viaggio se ne prendono di più e in modo sbagliato

15 Giugno 2018 - di Silvia_Di_Pasquale

ROMA – A chi non è mai capitato di soffrire per una cistite improvvisa durante un viaggio? Una delle prime cose che facciamo è quella di assumere farmaci portati da casa. Piuttosto che chiedere il parere del medico, preferiamo una soluzione veloce e fai da te. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]

Si apre la borsa e si prende quella pasticca assunta mesi prima quando si ha avuto lo stesso disturbo e magari non seguendo la giusta posologia. Sbagliato. Soprattutto quando si tratta di un certo tipo di farmaci come gli antibiotici, che in viaggio si assumono spesso troppo facilmente.

Anche solo per una diarrea lieve o moderata avere questi farmaci a portata di mano si traduce in un più facile consumo. E’ quanto emerge da uno studio dell’Università di Helsinki, dell’ospedale universitario di Helsinki e della Aava Travel Clinic.

Lo studio ha riguardato 316 persone che avevano contratto la diarrea del viaggiatore durante una vacanza ai tropici. Tra questi, in 53 avevano portato antibiotici dalla Finlandia. La ragione più comune per l’uso di questi farmaci è stata la diarrea, la malattia più diffusa tra i viaggiatori ai tropici, seguita dalle infezioni respiratorie.

“Gli antibiotici dovrebbero essere usati per i pazienti con diarrea con febbre alta o con una malattia eccezionalmente grave o con condizioni di deterioramento, o se hanno una malattia sottostante che può aggravarsi – dice Anu Kantele, ricercatrice che ha condotto lo studio – In altre parole, gli antibiotici dovrebbero essere usati solo per il trattamento della diarrea grave, mentre per la terapia per la diarrea lieve e moderata i farmaci non antibiotici sono sufficienti. Invece che la gravità della diarrea, il fattore che determinava il ricorso agli antibiotici era l’esperienza soggettiva dei viaggiatori sul disturbo delle attività quotidiane”. (Ansa).