Vaccini, Roberto Burioni: "Ecco perché sono necessari"

Vaccini, Roberto Burioni: “Ecco perché sono necessari”

19 Maggio 2016 - di Mari

 

ROMA –  “Per un virologo, esperto di vaccini, è paradossale diventare ‘virale’ su Facebook, ma è quello che mi è successo”. A parlare è Roberto Burioni, 53 anni, professore ordinario di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Il medico è balzato agli onori delle cronache per essersi dovuto confrontare sul delicato tema dei vaccini durante la trasmissione ‘Virus’ su Rai2 con Red Ronnie e altri ospiti non medici.

Per Burioni a rendere ancora più intollerabile la vicenda è che tutto è successo

“in una televisione pubblica, sostenuta dalle nostre tasse. I nostri soldi – ribadisce all‘AdnKronos Salute – andrebbero usati per difendere la salute pubblica e non per diffondere notizie sbagliate e pericolose che potrebbero spingere i genitori a scelte rischiose come quella di non vaccinare i propri figli. E’ come se lo Stato investisse denaro pubblico per rendere sicure le strade e poi, sempre con i nostri soldi, comprasse dell’olio e lo versasse all’altezza di una curva pericolosa”.

Lo specialista lancia invece un appello alle Istituzioni:

“A causa delle mancate vaccinazioni oggi i virus sono tornati a circolare, in particolare il morbillo. In Italia abbiamo ogni anno 1.500 bimbi che si trovano a combattere contro la leucemia (il 90% guarisce) e altri 6 mila che sono immunodepressi e non si possono vaccinare. Tutti loro vengono messi a rischio dai non vaccinati. Dobbiamo proteggerli subito, arrivando anche a imporre le vaccinazioni. E’ indispensabile renderle obbligatorie e condizionare a questo l’accettazione dei bambini nelle scuole. Lo Stato serve a proteggere i più deboli, anche dalla follia di alcuni genitori. Perché non succeda più che un bimbo che ha sconfitto la leucemia e guarda alla vita dopo essersi salvato, muoia di morbillo perché qualche sprovveduto non ha vaccinato il proprio figlio”.

Burioni racconta

“storie vere di oggi, non del passato. Storie che raccontano di una ragazza morta di morbillo a 28 anni, di un neonato stroncato dalla difterite, di un campione australiano di nuoto, medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Londra nel 2012″, che per le complicanze scaturite da una varicella contratta a 6 anni ha subito l’amputazione di una gamba. Il tutto condito da approfondimenti scientifici, dati, studi, spiegati in maniera semplice.

“Una delle convinzioni dure a morire – osserva Burioni – è che il vaccino provochi autismo. Non è vero e ci sono dati su dati che lo dimostrano, per esempio l’incidenza è rimasta identica in Giappone dove per motivi di paura c’è stato un periodo in cui le coperture della vaccinazione trivalente sono crollate quasi a zero. Un’altro chiodo fisso è che si facciano troppi vaccini a bimbi troppo piccoli, ma è quello il momento in cui hanno bisogno di una maggior difesa. O ancora si crede che i vaccini siano solo un grande affare per le case farmaceutiche, ma è chiaramente falso. Basti pensare che la vaccinazione esavalente ha rappresentato lo 0,4 % della spesa medica complessiva del 2013, neanche 80 milioni. Il problema semmai è che le aziende non investono in vaccini”. E i genitori scettici “spesso hanno un livello culturale e sociale alto. Invece gli immigrati, per esempio, si vaccinano perché ricordano le conseguenze devastanti di certe malattie”.

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