Virus ebola, come si trasmette e come ci si difende
9 Ottobre 2014 - di Mari
WASHINGTON – E’ ormai paura anche in Europa per il virus ebola, dopo il contagio di due infermiere spagnole a Madrid. Entrambe aveva curato il due missionari spagnoli tornati malati dall’Africa. In Francia e Germania, invece, i pazienti curati sono guariti. Se l’Italia al momento resta fuori dai Paesi toccati dall’epidemia, male non fa sapere come si trasmette il virus (e quindi come si evita).
La certezza scientifica, una delle poche, dice che il virus ebola si trasmette con “diretto contatto con una persona malata già sintomatica”. Finora non esiste alcuna prova di una diffusione per via aerea.
Quando l’infezione si manifesta negli esseri umani, il virus si può diffondere tramite contatti diretti attraverso pelle con ferite, o mucose e membrane, con sangue o fluidi di un malato di Ebola. I fluidi includono: urina, saliva, feci, vomiti, liquido seminale.
Il contagio può avvenire inoltre con oggetti quali aghi e siringhe che sono stati contaminati con il virus. L’infezione può essere trasmessa anche tramite animali malati. L’ebola, però, non si diffonde tramite aria, acqua o cibo. Le persone a più alto rischio sono i lavoratori della sanità e le famiglie in contatto ravvicinato con i malati di ebola.
Un malato è contagioso da quando esibisce i sintomi della malattia e non durante l’incubazione. Una volta guarito non può più diffondere il virus, ma tracce di ebola sono state riscontrate nel liquido seminale di ex malati sino a tre mesi dopo. Ai pazienti viene consigliata l’astensione da rapporti sessuali per almeno 3 mesi.