Se avete problemi di cuore attenti alla vitamina D, la cosiddetta “vitamina del sole” (perché prodotta dall’organismo in risposta all’esposizione ai raggi solari): se ne assumete troppa il rischio di ammalarvi di fibrillazione atriale (cioè la forma più diffusa di aritmia cardiaca) è doppio.
La scoperta è stata fatta da uno studio dell’Intermountain Medical Center nello Utah.
I ricercatori hanno seguito un campione di oltre 132mila persone con un’età media di 52 anni. Nessuno di loro aveva mai sofferto di fibrillazione atriale.
In base agli esami del sangue per appurare i livelli di vitamina D che avevano nel sangue i pazienti sono stati suddivisi in cinque gruppi, a seconda della quantità di vitamina D: da 0 a 20 nanogrammi per decilitro, da 21 a 40 nanogrammi per decilitro, da 41 a 80, da 81 a 100 e oltre 100 nanogrammi per decilitro.
Nei due anni in cui questi volontari sono stati seguiti coloro che tra loro avevano livelli più alti di vitamina D nel sangue hanno corso un rischio di due volte e mezzo superiore rispetto agli altri di incorrere nella fibrillazione atriale.
Se quindi la carenza di vitamina D può portare a problemi come ipertensione o scompensi, considerato che questa vitamina regola la concentrazione di calcio e fosfato nel sangue, anche livelli eccessivi possono far male portando il cuore ad un aumento del battito tale da provocare malattie come ictus, infarti o embolie polmonari.
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