Vitamina D, creme solari sì ma senza esagerare
6 Luglio 2017 - di Mari
Quasi un miliardo di persone in tutto il mondo hanno livelli insufficienti o carenti di vitamina D, spesso a causa di malattie croniche o di una vita vissuta troppo al chiuso, con conseguenze sulle ossa e sui muscoli. Ma un ruolo sempre maggiore è dovuto all’eccessivo uso di protezioni solari con fattori di protezione molto alti. Lo evidenziano i risultati di una revisione clinica pubblicati sul Journal of the American Osteopathic Association.
La vitamina D viene prodotta quando la pelle è esposta alla luce solare e svolge un importante ruolo nella crescita cellulare, la funzione neuromuscolare e immunitaria, la riduzione dell’infiammazione. E’ presente in latte, uova, carne, pesce e cereali fortificati, ma alcune malattie croniche come il diabete e quelle relative al malassorbimento, tra cui la malattia renale e la celiachia, inibiscono notevolmente la capacità del corpo di metabolizzare vitamina D.
Quando è carente si possono presentare sintomi come debolezza muscolare e fratture dell’osso e, a questa carenza, contribuiscono abitudini tipiche del nostro tempo. Le persone spendono sempre meno tempo all’aria aperta e, quando escono, usano solitamente la crema solare ad alta protezione, che annulla fino al 99% la capacità del corpo di produrre vitamina D, dichiara Kim Pfotenhauer, della Touro University College of Osteopathic Medicine in California.
“E’ giusto – sottolinea – proteggersi dal cancro della pelle, ma ci sono livelli moderati di esposizione al sole non protetta che possono essere molto utili per aumentare la vitamina D. In genere basta una passeggiata due volte alla settimana con braccia e gambe esposte al sole”.