Vitamine, assumerne troppe può causare malattie gravi
5 Aprile 2019 - di Claudia Montanari
ROMA – Le vitamine sono componenti essenziali del nostro organismo e della nostra salute ma gli esperti mettono in guardia: assumerne troppe può essere contro producente. Il consumo eccessivo di supplementi vitaminici, infatti, può portare a malattie anche gravi, dette ipervitaminosi. A spiegarlo è l’ISS, Istituto Superiore di Sanità, che vuole chiarire un aspetto molto importante della nostra salute.
Le vitamine godono della fama di sostanze che “possono fare solo bene” ma su questa teoria vanno fatti dei chiarimenti importanti visto che il consumo di integratori vitaminici si va diffondendo sempre di più. Come si legge sul sito dell’ISS, le vitamine sono sì composti indispensabili al nostro organismo, che non è capace di produrle da sé a partire da altri nutrienti. Perciò, se non ne introduciamo attraverso la dieta le quantità necessarie, possiamo andare incontro a carenze di vitamine, dette anche avitaminosi. L’umanità è stata afflitta per lungo tempo dalle malattie causate da avitaminosi, senza conoscere cosa le determinava. A partire dalla fine del 1700, le vitamine sono state progressivamente identificate proprio osservando che l’introduzione di alcuni cibi e sostanze eliminava le malattie di cui prima non si comprendeva la causa. Per esempio, nel 1937 venne scoperto che la pellagra era causata dalla carenza di una sostanza oggi nota come vitamina B3. La pellagra è una malattia gravissima che per lungo tempo ha afflitto le popolazioni povere, la cui alimentazione era basata esclusivamente sulla polenta. In Italia era stata un autentico flagello nelle regioni del nord, che non avevano farina di grano: il grano, infatti, a differenza del mais, contiene buone quantità di vitamina B3.
Mentre le carenze vitaminiche affliggono a tutt’oggi le regioni povere del mondo, in occidente sono ormai praticamente scomparse, tranne i rari casi in cui una malattia può impedirne l’assorbimento, o se viene seguita una dieta particolarmente squilibrata, oppure in casi di fabbisogno aumentato, come accade in gravidanza. Il consumo di integratori vitaminici perciò è superfluo negli individui sani che si alimentano con una dieta varia.
Non tutti sanno invece che un consumo eccessivo di vitamine può condurre a malattie, dette ipervitaminosi, che possono avere conseguenze a volte molto gravi. Le più frequenti ipervitaminosi si verificano assumendo in eccesso le vitamine liposolubili A, D, E o K. Mentre infatti alcune vitamine, come la C e le B, sono solubili in acqua, se in eccesso vengono rapidamente eliminate nelle urine, le vitamine A, D, E e K, che non sono solubili in acqua per la loro natura chimica, vengono immagazzinate nel fegato e nel grasso corporeo, e possono essere eliminate molto lentamente. La sintomatologia legata all’ipervitaminosi è variabile e dipende sostanzialmente da quale vitamina si accumula. In caso di ipervitaminosi A si hanno cefalea, vomito e stato di torpore, con ossificazione precoce o malformazioni, rispettivamente nel bambino e nel feto. Nell’eccesso di vitamina D si osserva l’aumento dei livelli di calcio nel sangue, con sete, dolori addominali e affaticamento, fino a casi più gravi di alterazioni dello stato di veglia. L’ipervitaminosi E non è tossica, ma può portare a disturbi intestinali. L’eccesso di vitamina K è più raro ma può dare vampate, trombosi e anemia.
Assumere dosi eccessive di queste vitamine attraverso l’alimentazione, conclude l’ISS, è estremamente difficile se non impossibile: la maggior parte dei casi di ipervitaminosi riportati sono dovuti a un consumo eccessivo di integratori. È bene perciò tenere sempre presente che i supplementi vitaminici non devono essere assunti indiscriminatamente e senza un reale necessità, e che è consigliabile informare sempre il nostro medico di tutti gli integratori che prendiamo o facciamo prendere ai nostri bambini.