Luca Toni e il dramma del figlio nato morto: “Parlo spesso con Dio”
11 Marzo 2015 - di aavico
ROMA – Luca Toni in una lunga intervista a Andrea Elefante per la Gazzetta dello sport ha parlato di carriera, di futuro nel mondo del calcio, ma ha raccontato anche quei giorni terribili del 2012, quando lui e la sua Marta Cecchetto hanno scoperto che il loro primo figlio, per il quale stavano aspettando il cesareo, non c’era più. “Io con Dio ci parlo proprio, quando mi viene voglia e di tutto”.
Anche sulle colline di Medjugorje, dove è andato con la sua compagna quando “mio figlio era morto da un mese. Quel giorno ho sentito che la fede non mi accompagna da sempre per caso, e anche nei giorni belli, non solo nei momenti difficili, quelli in cui di solito ci si avvicina a Dio”. “Ce lo dica, dottoressa: ce lo dica”. “Ci guardavano tutti senza avere il coraggio di parlare, e quegli occhi me li ricorderò finché campo. Proviamo a cambiare macchina, magari questa non funziona bene, ci avevano appena detto. No: era il cuore di Mattia, così doveva chiamarsi il nostro primo figlio, che non aveva più funzionato. Ha smesso di battere ieri: un terremoto dentro molto più forte di quello che ci aveva fatto spostare la sede del parto da Modena a Torino”, ha raccontato Toni.
Il calciatore ha poi spiegato come, dopo quel lutto, sia arrivata comunque la forza per continuare, e poi i figli Bianca e Leonardo, nati nel 2013 e 2014. “Quello che Marta mi ha insegnato nei giorni successivi non ha prezzo, lì ho capito davvero quanto è forte la donna con cui sto: Mi sistemo e ne facciamo subito un altro, mi ha detto, e tre mesi dopo era incinta di nuovo, alla faccia di quelli che ci vedevano come genitori testimonial di bimbi mai nati. E se io e lei non fossimo così uguali nel detestare il piangersi addosso, se ci fossimo buttati giù, forse Bianca e Leonardo non sarebbero mai arrivati: questo sì che possiamo insegnarlo”.