Fotografia fuori dal comune: Cinzia Camela cattura i momenti “nature” delle star
19 Gennaio 2012 - di Claudia Montanari
Chi lo dice che tutti i fotografi amino gli scatti “patinati” e pieni di ritocchi? “A me piace il momento prima” spiega Cinzia Camela alla testata online del Gruppo Adnkronos.
Classe 1967, ha iniziato a fotografare a 17 anni con una reflex manuale chiesta in prestito a suo padre per documentare gli Internazionali Italiani di tennis a Roma e mai più restituita.
Ed è proprio la sua caratteristica di voler immortalare i volti delle star in maniera “naturale”, che caratterizza e distingue i suoi scatti, in cui la personalità ha la meglio sull’aspetto.
Ha seguito le ultime 11 edizioni del Festival del Cinema di Venezia e le ultime 10 del Festival diCannes: “Mi piace il cinema e quando vado ai Festival cerco di vedere i film per ‘conoscere’ meglio registi e attori e rendere al meglio la loro personalità”.
Premiata per due volte, nel 2006 e nel 2008, nell’ambito del Venice Movie Stars Photography Award (premio internazionale indetto tra tutti i fotografi accreditati al Festival del Cinema diVenezia), riesce a decontestualizzare e isolare i personaggi. Come è accaduto con Elisabetta Canalis nel 2007: “Dopo aver visto delle foto che le avevo fatto a una sfilata Richmond, ha deciso di farsi fotografare da me per un servizio. Le era piaciuto il modo in cui ero riuscita a isolarla in mezzo a tutta quella confusione”.
Ma non sempre il suo modo di fotografare viene capito: “Mi è capitato spesso di andare nelle agenzie e sentirmi dire che le foto non avevano il taglio giusto. In Italia mi sembra abbiano poco coraggio, scegliendo alla fine sempre le stesse foto diciamo ‘ufficiali’”, dice ancora a Ign. Anche per questo motivo quest’anno ha deciso di vendere le sue foto di Venezia alla Abaca, agenzia di New York, e alla Wenn di Londra.
Il prossimo appuntamento di Cinzia sono le sfilate, ma in cantiere c’è anche una mostra dopo il “successo inaspettato” della personale del 2009, ospitata dalla galleria di Napoli ‘Al Blu di Prussia’ e curata da Mario Pellegrino, in cui venivano riuniti 40 scatti in prevalenza in bianco e nero di altrettanti divi del cinema.