Kim Rossi Stuart sparito torna in tv 12 anni dopo
20 Giugno 2016 - di aavico
ROMA – Kim Rossi Stuart torna in televisione. Come racconta Repubblica, il set di “Maltese – Il romanzo del commissario”, la serie di Gianluca Maria Tavarelli (che, spiega il direttore di RaiFiction Tinny Andreatta, “eredita la grande tradizione del racconto dell’Italia”) riporta l’attore in tv dopo dodici anni. Mentre si registra, il figlio Ettore, quattro anni, avuto dalla compagna Ilaria Spada, Kim in miniatura, sta dietro il monitor: “Silenzio adesso, che papà gira”. Alla fine di ogni ciak abbraccia il padre felice. “Per lui sono rimasto lontano da tutto” dice sorridendo Rossi Stuart, fili grigi sulle tempie e baffi.
Interpreta un commissario che negli anni 70 dopo il suicidio del padre investigatore, torna in Sicilia – tra mille difficoltà – per indagare sulla mafia padrona del traffico dell’eroina e dell’edilizia. Un romanzo siciliano ambientato quasi 50 anni fa (scritto da Leonardo Fasoli e Maddalena Ravagli), scandito dalle immagini di Letizia Battaglia (nella fiction Rike Schmid è una fotoreporter che ricorda la grande fotografa palermitana). Nel cast Francesco Scianna, Antonio Milo, Valeria Solarino Michela Cescon, Enrico Lo Verso e Marco Leonardi.
Ecco l’intervista rilasciata a Repubblica:
Kim, era un po’ sparito
“Mi sono dedicato al mio film e alla paternità, ma avevo nostalgia del set. Anche se la cosa che mi appassiona di più, dopo trent’anni da attore, è la regia”.
Perché il ruolo di un commissario?
“La trama era bellissima. Il produttore Carlo Degli Esposti per spiegarmi il progetto mi ha detto che era un revival della Piovra con Michele Placido, così l’ho rivista: era un capolavoro, un racconto con una quadratura perfetta, dai dialoghi all’intreccio”.
Con ‘Maltese’ si torna agli anni 70, per i giovani è una serie in costume
“Ripercorre una storia lontana e attuale. Da quando Carlo me ne ha parlato ho cercato una mia strada per disegnare il personaggio, un commissario eroico votato alla giustizia, integerrimo. Ho guardato ai servitori dello Stato: da Boris Giuliano a Cassarà, Falcone e Borsellino. La dedizione alla giustizia e alla verità mi appassiona, ammiro in modo infantile chi combatte per un ideale”.
Ecco, sta dalla parte dei buoni
“Sempre”.
Col successo di ‘Gomorra’ si è molto parlato della rappresentazione del male in tv
“Mi sono interrogato dai tempi di Romanzo criminale e Vallanzasca e penso che bisogna fare una distinzione tra cinema e televisione. Per me la tv, in tutte le forme, privata e pubblica, dovrebbe essere educativa. Il cinema può permettersi di affrontare qualsiasi argomento a 360 gradi, è destinato a un pubblico che sceglie”.