Temptation Island: ecco perché il reality ha tutto questo successo
30 Luglio 2018 - di Claudia Montanari
ROMA – Temptation Island: ecco perché il reality ha tutto questo successo. Record di ascolti per Temptation Island, il reality sulle relazioni che mette in evidenza problemi e incomprensioni di coppia. Ma come è possibile che un format che sembra così semplice riesca ad avere tutto questo successo?
Un gioco delle coppie, melodrammatico, baci e lacrime, tutto orientato sulle infedeltà, sul testare la solidità di una relazione quando forzatamente si incontrano altre persone: un reality come tanti nelle tv internazionali (l’origine è un format trasmesso in Usa da Fox anni fa) ma con un tema teoricamente tabù come il tradimento. Il 30 luglio su Canale 5 la quarta puntata e mercoledì 1 agosto l’ultima, con l’ammiraglia Mediaset che spera nel boom di ascolti a settembre nella prima edizione Vip del programma condotta da Simona Ventura.
Media d’ascolto da record per l’estate e non solo – oltre 3 milioni 800 mila spettatori con il 21% – ma soprattutto, ed è qui il fenomeno, uno speciale appeal per il pubblico giovane che si è rafforzato anche con il passaparola stagione dopo stagione fino all’attuale quinta. La generazione di ragazzi per i quali la tv generalista dei padri e dei nonni sta poco più di una cornetta telefonica con il disco per comporre i numeri, il lunedì sera si dà appuntamento, sui social e sulle chat di whatsapp, per non perdere l’ultimo dramma degli isolani a caccia di tentazioni, magari con riunioni per l’occasione con tanto di food delivery.
Come è possibile che ai fanatici del binge watching, delle serie in streaming sullo smartphone piaccia un reality che ai genitori anziani ricorda i fotoromanzi di Francesca Rivelli prima che si chiamasse Ornella Muti?
La composizione dell’ascolto sottolinea con i dati statistici il fenomeno: fra i 15 e i 24 anni vola al 41% ed è al 33% fra i 25-34 con più donne che uomini. E il second screen rafforza: il programma è trend topic come si dice, in testa alle tendenze twitter (e al non ‘misurabile’ wa). Un programma, tra i pochi per la verità, per i quali sembra r-esistere la vecchia tv. Dalla produzione del format spiegano all’Ansa:
“Scatta il meccanismo dell’identificazione con le coppie protagoniste, vuoi vedere come evolve il loro rapporto, magari metterti nei loro panni, capire le strategie dell’amore che quando hai intorno ai venti anni e anche meno ti sfuggono“.
Altro elemento acchiappa giovani riguarda lo storytelling: bombardati come sono di proposte ovunque, un’offerta di contenuti che certo non avevano le altre generazioni, sono tentati è il caso dire – spiegano i produttori – dalle storie che li catturano e dalla capacità di raccontarle, appunto lo storytelling.